Liberare il 25 aprile dal settarismo dell'Anpi. Portare in piazza non solo le bandiere dell'Ucraina: anche quelle della Nato, ideale erede degli eserciti Alleati che hanno liberato l'Europa.
Il direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano Davide Romano, dà una scossa al fronte che si appresta a celebrare la Liberazione. «Dobbiamo liberare l'Anpi - dice - liberarla da chi usa il nome dei partigiani per fare politica, una politica settaria che non ha niente a che vedere con gli ideali di democrazia e libertà della parte migliore del 25 aprile».
La questione, ovviamente, è quella posizione labile e ambigua che l'Anpi italiana ha preso pochi giorni fa sui massacri di Bucha. Un equilibrismo inconcepibile fra Ucraina e Russia. «Perfino Berlinguer aveva detto di sentirsi più sicuro sotto l'ombrello Nato. Dopo 40 anni, questa Anpi dimostra un pervicace antiamericanismo e una feroce diffidenza contro chi ci ha garantito libertà». Posizioni veterocomuniste. «Serve una liberazione o un esorcismo - sorride amaro - visto che sembra posseduta dallo spirito di Baffone. Sembra una caricatura. E all'Anpi di Crescenzago pensano che i nazisti siano alla Nato e al Pentagono, un'aberrazione storica, che non dovrebbe avere diritto di cittadinanza».
Il tema, insomma, è quello di una sinistra che non riconosce la democrazia liberale come valore. «Dimenticano tantissimi giovani sono venuti a morire per difendere la nostra democrazia. Sono nei cimiteri alleati, e un'Anpi equidistante fra la democrazia e la dittatura distrugge un patrimonio culturale enorme. Io credo che il presidente (Gianfranco Pagliarulo, ex Pci e senatore del Pdci, ndr) dovrebbe dimettersi. È la democrazia che celebriamo il 25 aprile».
Non tutte le sigle dei partigiani sono uguali: «I partigiani cristiani con Mariapia Garavaglia hanno preso una posizione molto diversa sull'Ucraina, e chiara. I partigiani cristiani erano tantissimi e importanti. Ma la stessa Anpi Milano ha dato prove ottime. L'Anpi nazionale però con la scomparsa dei partigiani sta diventando il covo di una sinistra estrema che usa quella sigla per i suoi scopi politico-ideologici. Sono quelli che contestano la Brigata ebraica a Roma».
Romano, quasi 20 anni fa, ha riscoperto la storia della Brigata ebraica, e dopo tanti anni - nonostante le contestazioni, peraltro sempre più sparute - la sfida è vinta. Prossima tappa, fra due settimane, in una giornata che si annuncia molto calda. «Proprio perché non accettiamo equidistanza fra aggredito e aggressore, porteremo le bandiere della Nato in piazza il 25 aprile, perché la Nato è la continuazione della lotta alleata contro il nazifascismo, perché è ovvio che Stalin non combatteva per la democrazia, e dove è arrivato ha portato dittatura. Putin è la stessa cosa». La Russia non è minacciata. «L'Ucraina è una democrazia sotto assedio.
E Alessandro Di Battista dovrebbe studiare e riflettere: è come Israele, assediata dalle dittature che l'hanno attaccata ancor prima che nascesse, e miracolosamente sopravvive. Andremo in piazza con bandiere di Israele, Nato e Ucraina».
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