Quel brutto vizio grillino di invocare gli incapaci

"Un non politico al Quirinale". Ecco, ci risiamo. Di tutte le bandiere ideologico-identitarie delle origini, l'unica a cui i grillini non hanno ancora rinunciato del tutto sembra essere questa: il valore aggiunto dell'inesperienza

Quel brutto vizio grillino di invocare gli incapaci

«Un non politico al Quirinale». Ecco, ci risiamo. Di tutte le bandiere ideologico-identitarie delle origini, l'unica a cui i grillini non hanno ancora rinunciato del tutto sembra essere questa: il valore aggiunto dell'inesperienza, a sua volta figlio di un infantile disprezzo per la politica. Eppure, le altre bandiere le hanno tutte ammainate. Il no alle alleanze politiche, il mai con il Pd, il no all'Europa, il no ai vaccini, il no alla Nato, il no alle gerarchie di partito, il no al finanziamento pubblico, il no alle retribuzioni dei parlamentari Dell'eccezionalità grillina non è rimasto più nulla. Tutti i no che li rendevano apparentemente diversi, sono diventati dei sì. E questo è accaduto perché la forza della politica, cioè della realtà, è superiore alla forza della demagogia. Appare dunque paradossale che, come dice Virginia Raggi, come sostiene il Fatto quotidiano e come ha lasciato intendere anche Giuseppe Conte, quel che resta del Movimento 5stelle e dei suoi fiancheggiatori auspichino un presidente della Repubblica «non politico». Possibile? Siamo ancora qui? Siamo ancora al Beppe Grillo del 2013, quello che «al Quirinale va bene chiunque purché non sia un politico e sia incensurato»? E giù i nomi, vidimati dal web, di Dario Fo, Gino Strada, Margherita Hack Stimabili persone, ma senza alcuna esperienza politica né confidenza istituzionale.

Un morbo contagioso, quello dell'antiprofessionismo politico. Un morbo che quell'anno infettò anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani, che ebbe la bella idea di far eleggere presidenti di Camera e Senato due parlamentari di prima nomina, Laura Boldrini e Pietro Grasso, in quanto simboli l'uno dell'antimafia e l'altra dell'accoglienza. La seconda e la terza carica dello Stato rivelarono, ovviamente, tutta la loro inadeguatezza e non per questo la lotta alla criminalità organizzata e l'integrazione dei migranti ne guadagnarono.

Il virus dell'antipolitica non è stato debellato, alligna ancora tra i ranghi grillini e in settori non marginali del Pd. Non che credano a quello che dicono, naturalmente.

Sanno anche loro che uno non vale uno e che, soprattutto nel pieno di una crisi di sistema, il capo dello Stato non può non avere esperienza politica e comprovata sensibilità istituzionale. Sostengono il contrario sperando di guadagnarsi la simpatia dell'elettorato più deluso e nel farlo si mettono deliberatamente fuori dalla partita del Quirinale. Una dimostrazione plastica di inadeguatezza politica.

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