La Bbc si scusa ufficialmente ma il caso Lineker non si chiude, anzi, si allarga ancora. Dopo la cacciata dell'ex calciatore dalla Bbc, reo di aver criticato il governo per le politiche migratorie, è arrivata una reazione a catena con l'addio di molti volti noti all'emittente. Il direttore generale dell'emittente britannica Tim Davie, si è scusato con i contribuenti spiegando, che «il successo per me sarà riportare Gary in onda» ma che lui «assolutamente» non si dimetterà. Lineker, ex icona della nazionale inglese, conduceva «Match of the day», trasmissione di punta della rete andata in onda sabato per soli 20 minuti, senza alcun presentatore e senza i commenti degli altri ex Alan Shearer e Ian Wright. La Premier League, inoltre, ha stabilito che giocatori e allenatori evitassero le interviste con la Bbc, dopo che diversi giocatori avevano già fatto sapere di voler boicottare l'emittente, mentre altri avevano contattato il loro sindacato, la Professional Footballers Association (Pfa), per chiedere come gestire iniziative di solidarietà a Lineker.
Davie ha assicurato che «non c'è stato alcun assecondamento» nei confronti di alcun partito politico. «È stata una giornata difficile per noi ma stiamo lavorando duramente per risolvere la situazione». L'emittente è però sotto pressione. Il mondo del calcio e della tv si sono schierati al fianco di Lineker con il boicottaggio degli ex colleghi che ne chiedevano il reintegro immediato. L'hashtag #IStandWithGary è diventato virale anche sui social network con migliaia di persone che hanno dimostrato solidarietà al commentatore, amatissimo nel Regno Unito. Lineker, sotto contratto con l'emittente per un milione e mezzo di euro all'anno, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Le linee guida della Bbc varate nel 2020 richiedono «una responsabilità supplementare» nell'uso dei social per i presentatori di «alto profilo» ma ora tutti, si schierati con Lineker, e con il suo diritto di libertà di parola. «Sono orgoglioso del mio vecchio. Non dovresti scusarti di essere una brava persona e di rispettare la parola data», ha commentato invece il figlio George.
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