Roma. Classe 1977, maremmano di Orbetello, avvocato e docente universitario, di matrice cattolica e democratica. Francesco Spano fino a ieri era uno sconosciuto professionista della pubblica amministrazione coniugata alla politica. Spano, infatti, è stato collaboratore e capo segreteria dell'ex premier Giuliano Amato quando era ministro dell'Interno. Durante il secondo governo Prodi fu nominato anche coordinatore della «Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale» dall'allora ministro delle Attività giovanili, Giovanna Melandri. Un binomio che ebbe occasione di riformarsi anche successivamente (suscitando qualche polemica) allorquando Spano fu chiamato dall'esponente democratica a ricoprire il ruolo di segretario generale della Fondazione Maxxi, il museo capitolino di cui Melandri era stata nominata presidente.
La vera specializzazione di Spano, tuttavia, sono le politiche dell'immigrazione e del multiculturalismo, competenze che gli sono valse docenze universitarie e anche una chiamata all'agenzia antiterrorismo dell'Onu, l'Unicri. Il giurista vanta anche studi teologici e ha collaborato per una decina d'anni con il centro interculturale della diocesi di Orbetello, pubblicando vari articoli su problematiche di «frontiera» per i cattolici come l'accettazione delle differenze anche relativamente all'orientamento sessuale. «Il concetto di diritti umani è una metonimia di sistema che non può prescindere dall'uomo», ha scritto su Facebook.
Il curriculum e la vicinanza al cattolicesimo democratico di rito Pd lo portarono a inizio 2016 alla guida dell'Ufficio antidiscriminazione (Unar).
Spano, sempre su Facebook, non ha fatto mistero di essersi schierato per il Sì al referendum costituzionale. Un impegno che non gli è valso la riconferma da parte del sottosegretario Boschi dopo la denuncia delle Iene.GDeF
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