"C'è un clima d'odio contro il governo. Parte della sinistra non è democratica"

Il professore Luca Ricolfi: "L'abuso del concetto di fascismo ha creato nuovi bersagli"

"C'è un clima d'odio contro il governo. Parte della sinistra non è democratica"
00:00 00:00

Il professor Luca Ricolfi, sociologo e politologo, a tutto campo sull'aumento delle violenze subite dalle Forze di polizia.

Il ministero dell'Interno ha segnalato, per il 2024, un aumento in termini di «criticità» delle manifestazioni, rimarcando il fenomeno dell'aumento dei poliziotti feriti. Quasi 300 a fronte dei circa 120 dello scorso anno. Sta tornando il clima d'odio?

«Mi pare che il clima d'odio ci fosse anche l'anno prima, però effettivamente nell'ultimo anno c'è stato un salto di qualità. Credo che l'elemento scatenante sia stata la reazione di Israele al 7 ottobre, che ha consentito di iper-politicizzare la generica protesta contro il governo Meloni».

Esiste una sacca nella sinistra che tende a giustificare le violenze o quantomeno a non commentare i fatti in questione? Alcuni sindacati di polizia lamentano mancanza di solidarietà da una parte della politica.

«La presenza di questa sacca è evidente, ma è vecchia di cinquant'anni. I partiti della sinistra hanno sempre avuto un occhio di riguardo per i mondi dell'antagonismo anti-capitalista, e specificamente per l'antifascismo dei centri sociali. Poi, però, ci sono anche rari eventi scatenanti, che le forze dell'ordine dovrebbero evitare accuratamente. Nel caso di Ramy, obbligare un passante a cancellare il video dell'inseguimento (se davvero è accaduto) è stato un grave errore».

La sinistra, la maggior parte dell'opposizione, è tarata sulla continua rivendicazione di diritti, siano essi «nuovi», come quelli per la comunità Lgbt, siano essi abbastanza confusi, anche sotto il profilo teorico, come quelli per la tutela ambientale. Questa carrellata di rivendicazioni favorisce il riscaldamento delle piazze?

«Penso di sì, la cultura dei diritti tende a scaldare le piazze, ma secondo me non è il fattore principale, che è invece il mero fatto che il governo non sia di sinistra, anzi non sia abbastanza di sinistra: in passato ci sono state contestazioni anche verso governi di sinistra, percepiti come non sufficientemente progressisti».

Quali sono gli altri fattori che aizzano certe sacche di violenza? Non c'è ancora una vera e propria pacificazione nazionale? Eppure il pericolo fascismo è, con tutta evidenza, inesistente.

«Io vedo due problemi connessi ma distinti. Primo problema: una parte (per fortuna minoritaria) del mondo di sinistra non ha ancora accettato il pluralismo e la democrazia, e quindi considera un sopruso inaccettabile il fatto che al governo ci sia la destra, o che in eventi pubblici prendano la parola ebrei o persone di destra. Secondo problema: una parte dell'intellighenzia di sinistra da anni conduce un'operazione di ridefinizione estensiva dei concetti di fascismo, nazismo, nazi-fascismo, con il risultato di aizzare al tiro al bersaglio verso chi ricade in tale ridefinizione».

A quali pensatori si riferisce quando parla di ridefinizione estensiva?

«Sono parecchi, ma le punte di diamante sono, in ordine storico: Umberto Eco con il concetto di fascismo eterno (conferenza americana del 1995), Michela Murgia con il libro Istruzioni per diventare fascisti (2018), Antonio Scurati con il pamphlet Fascismo e populismo: Mussolini oggi (2023), e da ultimo Luciano Canfora con Il libro Il fascismo non è mai morto (2024), di gran lunga il più solido fra i quattro».

Sotto il profilo economico, viene spesso citato il problema delle diseguaglianze sociali. È un altro fattore?

«Sull'aumento delle diseguaglianze i dati sono meno univoci di quanto si preferisce credere. Ma in generale penso che l'economia c'entri soprattutto in un altro senso: siamo entrati, in occidente, in una fase in cui il tempo libero, il turismo, la cura di sé prevalgono nettamente sulla cultura del lavoro. Da qui deriva un aumento generalizzato dell'aggressività, scatenata dallo scarto fra ciò cui credi di avere diritto e ciò che la vita effettivamente ti concede. Il problema è che il messaggio dell'establishment, amplificato dai media, è sempre quello: tu vali, tu sei speciale, se vuoi puoi ottenere tutto quello cui aspiri. Una bugia, perché i veri talenti sono rari, le risorse sono scarse, e i diritti esigibili sono una frazione dei diritti percepiti.

Ma la bugia viene creduta, e contribuisce ad alimentare frustrazione, rabbia, malcontento. Certo, ci sono gli imprenditori del malcontento, ma sarebbe un errore supporre che il malcontento non sia reale, e in qualche misura giustificato da degrado e abbandono di tante porzioni del nostro territorio».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica