È caccia agli antifascisti che hanno pestato Luca Belvedere, il brigadiere capo che sabato scorso, a Piacenza, è stato selvaggiamente picchiato dopo essere caduto nel corso della ritirata dopo un faccia a faccia con gli oltre 400 antagonisti che hanno partecipato al corteo contro l'apertura della sede di Casapound.
Dal comando generale dell'Arma fanno sapere che «le indagini sono ancora in corso», ma fonti vicine agli inquirenti confermano che si è già sulle tracce di alcuni responsabili dell'agguato. In particolare si cerca il giovane vestito di grigio, con scarpe da ginnastica scure a suola bianca e una bandiera rossa intorno al collo che, ripreso dalle videocamere della Polizia, una volta che Belvedere è a terra gli prende lo scudo e glielo dà ripetutamente in testa. Una serie di colpi che hanno procurato al carabiniere una frattura scomposta della spalla, che dovrà essere operata presumibilmente al Cto di Firenze, città d'origine del militare. Le forze dell'ordine hanno in mano una foto del volto del giovane antagonista e l'hanno diffusa ai comandi di tutta Italia per identificarlo.
Gli aggressori, che con violenza inaudita hanno colpito il tutore della legge, il quale ha riportato anche numerose contusioni, rischiano di essere incriminati, nel migliore dei casi, per resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Il questore di Piacenza Pietro Ostuni, ha assicurato che le indagini sono partite immediatamente: «Stiamo vagliando - ha chiarito - tutto il materiale video ripreso in quei momenti di tensione e violenza. Vogliamo arrivare non solo a chi materialmente ha commesso gli atti, ma anche a chi li ha fomentati e incitati».
Qualche polemica è scoppiata per la ritirata dei colleghi di Belvedere, che è rimasto da solo a prendere le botte. «Ma come potevano fare ad accorgersi che era a terra? spiega un loro collega visto che quando si batte in ritirata si guarda avanti. E poi quando se ne sono accorti sono tornati indietro, ma Luca era già in piedi che stava andando verso una pattuglia di vigili».
Sui social, nella giornata di ieri, si era diffusa la notizia che gli inquirenti fossero già a conoscenza dei nomi dei responsabili, ma in serata è arrivata la smentita, anche se sembra siano stati individuati due giovani, di Modena e Lodi.
La caccia continua, ma intanto arriva la condanna del mondo politico. Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha incontrato ieri in ospedale il militare ferito. «I valori dell'antifascismo - ha detto - con quell'aggressione brutale al carabiniere che era soltanto caduto per terra non c'entrano nulla». Condanna ai fatti anche da parte del segretario della Lega, Matteo Salvini: «Poi i violenti siamo noi - ha scritto su Facebook -, i mandanti morali, quelli che fomentano l'odio e la violenza; nel Paese che ho in testa quei dementi che hanno pestato il carabiniere che stava facendo il suo lavoro vanno in galera». Vicinanza anche da parte della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Ma pure Matteo Renzi, ieri a Firenze, ha condannato il gesto.
«Noi che rivendichiamo i valori antifascisti - ha chiarito - , diciamo con forza e determinazione che chi durante una manifestazione picchia un carabiniere non è un antifascista, ma un criminale». Molti gli attestati di solidarietà da parte dei colleghi di Belvedere. Mentre dall'avvocato Ylenja Lucaselli, candidata alla Camera con Fdi, arriva la proposta di un supporto legale gratuito al carabiniere.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.