Caccia aperta alle statue "colonialiste"

Dopo Churchill e Colston, l'ultima nel mirino è a Oxford dedicata a Cecil Rhodes

Caccia aperta alle statue "colonialiste"

Domenica è toccato alla statua di Edward Colston nel centro di Bristol, tirata giù dal piedistallo dai manifestanti di Black Lives Matter e fatta rotolare dentro un canale cittadino. Uomo politico e ricco commerciante vissuto tra il XVII e il XVIII secolo, anche grazie al traffico di schiavi fece una fortuna che alla sua morte donò alla città portuale inglese. Nella stessa giornata è stato imbrattato il piedistallo di Winston Churchill a Parliament Square, a Londra: era un razzista, il pensiero dell'ignoto autore. Ieri la maggioranza dei consiglieri comunali di Oxford ha appoggiato la campagna per rimuovere l'effige di Cecil Rhodes che campeggia sulla facciata dell'edificio a lui dedicato nel campus universitario di Oxford. Politico e uomo d'affari vissuto nella seconda metà del 19esimo secolo, Rhodes fa la sua fortuna nell'Africa del sud dove sfrutta le immense ricchezze minerarie, fonda De Beers e amministra la colonia imperiale per conto della regina Vittoria. E dona un sacco di soldi al prestigioso ateneo. Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha annunciato che istituirà una commissione per valutare quali statue rimuovere dalla capitale inglese perché offensive.

Le proteste innescate dalla morte di George Floyd a Minneapolis stanno avendo un'eco molto forte nel Regno Unito dove è numerosa la componente afrocaraibica della società. L'abbattimento della statua di Colston ha dato vigore nuovo a un processo di revisione dei simboli storici disseminati nel Paese già in corso da tempo. Sia a Bristol che a Oxford movimenti di attivisti locali e di studenti chiedono da anni la rimozione delle due statue controverse: le persone hanno sentito il bisogno di tirarla giù, ha dichiarato il sindaco di colore di Bristol, non posso e non farò finta che la presenza di una statua di un commerciante di schiavi nella città in cui sono nato e cresciuto non sia un affronto a me e a persone come me. La presa di posizione del sindaco fa da contraltare alle dichiarazioni della ministra dell'Interno Patel, dura con i manifestanti i cui atti vandalici non saranno condonati, ha dichiarato in Parlamento. Di origine indiane, Patel ha fermamente respinto le accuse di insensibilità alle proteste, ricordando le sue stesse esperienze di abusi e preconcetti razzisti. Il tono verso i manifestanti lo aveva definito lo stesso Boris Johnson quando lunedì in un video messaggio ha riconosciuto che anche nel Regno Unito c'è molto da fare per eliminare il problema del razzismo. Ma «non supporterò né sarò indulgente verso coloro che non rispettano la legge, attaccano la polizia o dissacrano monumenti pubblici». La risposta alle manifestazioni si gioca sulla classica divisione culturale tra la destra dell'ordine e la sinistra di protesta. Una contrapposizione stantia cui si oppone il nuovo leader del Partito laburista, Keir Starmer: la statua avrebbe dovuto essere rimossa molto tempo fa ma averla abbattuta è totalmente sbagliato. Una risposta che demarca ancora più nettamente la differenza tra il nuovo e il vecchio partito di Corbyn (intervenuto a favore dei manifestanti), una presa di posizione in sintonia con le comunità laburiste del nord del Paese.

Come salvare le statue dal demone iconoclasta della folla? Bansky suggerisce di ripescare Colston aggiungendovi le statue di

alcuni manifestanti intenti a tirarlo giù. Altri propongono di raccoglierle in un nuovo museo che racconti storia e misfatti dell'impero. Auspichiamo senza la cieca pretesa di leggere il passato con gli occhi del presente.

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