Vibo Valentia - È tuttora attivamente ricercato dalle forze dell'ordine il giovane, Francesco Giuseppe Olivieri, 31 anni, residente a Nicotera, indicato come il responsabile del pomeriggio di fuoco che venerdì fra Limbadi e Nicotera, ha scatenato il panico tra la popolazione, uccidendo due persone e ferendone altre tre.
Il giovane, contrariamente a quanto era emerso nelle concitata fase successiva al raptus omicida, non è stato ancora stato arrestato dai carabinieri, che da quatto giorni hanno attivato una vera e propria caccia all'uomo. Francesco Olivieri appartiene ad una famiglia di dodici fratelli, imparentati con gli esponenti di spicco della famiglia ndranghetista dei Mancuso. Le ricerche, in una prima fase concentrate nella vasta area collinare tra Limbadi, Nicotera e le rispettive frazioni, si sono estese anche verso la Piana di Gioia Tauro e nel Reggino dove i carabinieri hanno rafforzato i sistemi di controllo del territorio. Poi dalla mattinata di ieri la caccia all'uomo è stata estesa in tutta Italia. Nei paesi testimoni della fuori omicida di Oliveri la paura aumenta sempre di più: un killer armato e pericoloso è ancora a piede libero, un assassino che ha già ucciso due persone e ne ha ferite altre tre, mentalmente instabile, nascosto chissà dove.
E allora in tanti, assaliti dal terrore e dalla paura, hanno pensano di rimanere chiusi nelle loro abitazioni nella giornata di sabato e domenica, addirittura senza mandare i figli a scuola. La scuola primaria di Limbadi, per esempio, sabato è rimasta quasi deserta. In paese tutti si domandano se il killer sia stato catturato. E finché ciò non avverrà, nessuno si sentirà davvero al sicuro. La prossima mossa di Olivieri è un'incognita, colma di terrore, che fino ad ora gli inquirenti non sono riusciti a risolvere. La tensione resta dunque altissima.
Stando alle indagini, condotte dal reparto operativo dei Carabinieri di Vibo Valentia e dai colleghi della compagnia di Tropea, coordinati dalla Procura della Repubblica vibonese guidata da Bruno Giordano, l'uomo era pronto ad uccidere anche lo zio Eustachio, fratello del padre, titolare di un'impresa edile e il medico Pasquale Pagano, entrambi di Nicotera. Lo zio in passato lo aveva fatto lavorare per alcuni periodi assieme ai fratelli nella sua azienda. I quali lo avrebbero anche ripreso, sgridandolo, quando non assolveva al meglio il proprio lavoro. Tanto sarebbe bastato per far covare nella mente di Olivieri il forte desiderio di vendetta. Il dottor Pagano, invece, avrebbe dovuto pagare con la morte, per non essere riuscito a salvare la vita di Alessandro, il fratello di Francesco, colpito da ictus e morto alcuni anni fa. Nell'immediatezza dei fatti il prefetto di Vibo, Guido Longo, ha convocato d'urgenza un vertice straordinario del Comitato provinciale per discutere sull'ordine e sulla sicurezza della provincia vibonese.
Gli investigatori non tralasciano nulla, anche perché la famiglia di Oliveri è imparentata con i Mancuso, storico casato di 'ndrangheta. Nel 1997 un fratello dell'oramai ricercato, Mario Olivieri, è stato ucciso. Al caso è interessata anche la Dda di Catanzaro, che non ha ancora aperto un fascicolo ma segue da vicino l'evolversi delle indagini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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