Cacciari: "Il processo a Salvini è una sceneggiata"

Il filosofo è sicuro: "È solamente un giochetto, ma sappiamo tutti che questo processo poi finirà nel nulla totale"

Cacciari: "Il processo a Salvini è una sceneggiata"

Il via libera dall'Aula del Senato al processo a Matteo Salvini sul caso Gregoretti ha scatenato diverse reazioni. Massimo Cacciari è uscito allo scoperto, schierandosi contro la decisione intrapresa dalla maggioranza giallorosa. A suo giudizio si trattava di un esito ovvio: "Era scontato andasse a finire così. Penso che la cosa, del tutto irrilevante politicamente, non darà fastidio a lui e non darà beneficio agli altri". In un'intervista rilasciata all'Adnkronos, l'ex sindaco di Venezia ha duramente criticato quello che definisce non solo un "atto dovuto", ma soprattutto una "sceneggiata" destinata a finire "nel nulla totale". Nello specifico il suo commento è chiaro e non ricorre a giri di parole: "È un giochetto, come l'aver gestito ipocritamente il voto in Aula, dopo le elezioni in Emilia-Romagna nel timore che Salvini si sarebbe presentato in ultima battuta all'appuntamento alle urne con le stimmate di martire".

Infatti gli italiani sono con il leader della Lega: secondo un sondaggio condotto da Fabrizio Masia, il 43% degli intervistati ritiene sia sbagliato processare Salvini, mentre il 41% è d'accordo e il 16% preferisce non rispondere. Un dato piuttosto curioso è rappresentato dal fatto che il 21% di chi si è professato elettore della Lega pensa che sia giusto il processo, mentre il 17% degli elettori del Partito democratico e il 26% di quelli del Movimento 5 Stelle lo ritengono sbagliato.

"Quella citofonata..."

Secondo il parere del filosofo comunque i risultati non sarebbero mutati in Emilia-Romagna. Ha rimarcato infatti tre elementi che hanno contribuito alla vittoria di Stefano Bonaccini e dunque alla sconfitta di Lucia Borgonzoni: "A influire sono state piuttosto le sardine, il fatto che né Conte né il governo abbiano messo il naso in campagna elettorale e la citofonata dell'ex ministro dell'Interno". Dopo tale gesto diversi elettori di destra avrebbero avvertito la necessità di dissociarsi e dunque di votare dall'altra parte: "Dopo quel gesto in molti orientati a votare a destra hanno detto 'no, non è possibile, è intollerabile, non si può votare'".

Cacciari fa riferimento "centinaia di persone di mia conoscenza".

La citofonata di Matteo Salvini al presunto pusher in via Deledda, nel cuore del quartiere popolare del Pilastro a Bologna, ha rappresentato la "dimostrazione di una cultura barbara, di una spontanea, preoccupante, naturale barbarie". "Tremendo. Sono cose ovvie: se si fa pipì contro vento, ci si bagna", ha concluso.

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