"A sinistra catastrofe mentale". La lezione di Cacciari sul fascismo

L’analisi del filosofo sul voto che ha premiato il centrodestra: “Il ragionamento 'se vince la Meloni vincono i fascisti’ è stato controproducente, come si è visto”

"A sinistra catastrofe mentale". La lezione di Cacciari sul fascismo

Gli italiani sono diventati fascisti? “Questa è una colossale stupidaggine”. Così, senza mezzi termini, Massimo Cacciari sui risultati delle elezioni che hanno premiato il centrodestra a guida Giorgia Meloni. Intervenuto ai microfoni de La Stampa, il filosofo ha rimarcato che il pericolo invocato dalla sinistra era falso, nonché controproducente: “La genesi del fascismo è lontanissima da oggi, nasceva da una crisi della democrazia, avveniva in un contesto molto diverso da quello dei giorni nostri. Quella che è stata proposta tra Fratelli d'Italia e il fascismo è stata una sovrapposizione impropria”.

L’analisi di Cacciari

Il pericolo che oggi corre l’Italia non ha nulla a che fare con i totalitarismi secondo l’ex sindaco di Venezia. Cacciari, infatti, ha acceso i riflettori sulla crisi della democrazia progressiva: “Una democrazia che spingeva i popoli ad aumentare i propri diritti, ad allargare la base sociale di chi ne godeva, a migliorare le proprie condizioni di vita. Quando questo allargamento progressivo si è interrotto, è nata la rivolta dei populismi e dei sovranismi contro l'Europa. Perché da quel momento l'Europa non ha più saputo darsi un'identità politica e non ha più saputo avere una linea autonoma in politica estera”.

Soffermandosi sul tracollo della sinistra, Cacciari ha parlato apertamente di “catastrofe mentale”. “Ma come? Si sostiene che il pericolo è quello del fascismo, cioè di un attacco eversivo allo Stato, e non si riesce a trovare il modo di combattere quel rischio tutti insieme?”, la punzecchiatura del pensatore, che ha posto l’accento sulla totale incoerenza tra i pericoli denunciati ed i comportamenti concreti sulle alleanze, tanto da perdere credibilità.

Il disastro della sinistra

Secondo Cacciari, il gruppo dirigente del Partito Democratico dovrebbe fare un’analisi molto seria alla luce dei risultati del voto.

Ed è difficile, se non impossibile, avere ricette per malati che non ammettono nemmeno la patologia: “Malati che non hanno saputo fare uno straccio di legge elettorale, pur sapendo a che cosa si andava incontro con il taglio del parlamentari e la legge attuale. Malati che dicono di aver governato benissimo tutti insieme e non sono in grado di trovare una linea comune per presentarsi agli elettori”.

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