Prima lo cacciano di peso dall’Aula, ora Fico sospende Sgarbi

Vittorio Sgarbi, deputato del Gruppo Misto, è stato sanzionato per il comportamento tenuto nel corso della discussione sul decreto legge sul dl Carceri che gli erano costati l'espulsione dall'Aula

Prima lo cacciano di peso dall’Aula, ora Fico sospende Sgarbi

Il caos alla Camera nel corso della discussione sul decreto legge dl Carceri circa intercettazioni, scarcerazioni e anche la controversa app Immuni è costato caro a Vittorio Sgarbi.

In un messaggio su Facebook il presidente della Camera, Roberto Fico, ha annunciato che il deputato del Gruppo Misto è stato sanzionato con 15 giorni di sospensione sia per il comportamento tenuto che per gli insulti rivolti in quella sede alla vicepresidente Mara Carfagna e alla deputata Giusi Bartolozzi. La decisione è stata presa all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza della Camera. Lo stesso Fico, rendendo pubblica la notizia, ha aggiunto: "Le regole del vivere civile vanno rispettate in ogni luogo".

La tensione in Aula era divampata a seguito dell’intervento nell’emiciclo di Sgarbi che ha espresso parole molto dure nei confronti della magistratura per il caos Procure in relazione al caso Luca Palamara. Quando il deputato e critico d’arte ha preso la parola per la dichiarazione di voto ha rivolto un durissimo attacco alle toghe, definendole "mafiose", ricordando che Francesco Cossiga aveva definito l'Anm "un'associazione mafiosa", e chiedendo come detto una commissione d’inchiesta parlamentare su quella che definisce essere "la nuova Tangentopoli, Palamaropoli". Nel corso del suo intervento, Sgarbi si era rivolto al Guardasigilli affermando: "Che un criminale delinqua è normale, che lo faccia un magistrato è un terremoto istituzionale. Dopo le inaudite dichiarazioni contro di lei di un magistrato del Csm, dopo le inaudite dichiarazioni di Palamara contro l'onorevole Salvini, dobbiamo aprire una commissione di inchiesta contro la criminalità di magistrati che fanno l'opposto del loro lavoro, peggio dei criminali. 'Palamaropoli".

Sgarbi, a quel punto, era stato ripreso da Mara Carfagna, presidente di turno, che lo aveva invitato a moderare i toni. Tutto sembrava rientrato ma quando la parola è passata alla forzista Giusi Bartolozzi, magistrato, gli animi si sono riaccesi. La deputata ha stigmatizzato le parole del critico d’arte. Quest’ultimo ha replicato e la Carfagna era nuovamente intervenuta espellendo dall’Aula Sgarbi che, però, aveva risposto attaccando il presidente di turno.

"Sono state pronunciate parole irripetibili contro la collega Bartolozzi e la presidenza, in quest'Aula il rispetto è irrinunciabile, inaccettabile ascoltare parole così contro una donna e un parlamentare", le parole di Carfagna. "Le chiedo di allontanarsi dall'Aula deputato Sgarbi- aveva aggiunto il presidente di turno- perché non può insultare i suoi colleghi. Lei non può continuare a pronunciare parolacce in Aula, le ha dette anche a me, la prego si allontani dall'Aula, chiedo agli assistenti parlamentari di aiutarmi. Ha scambiato quest'Aula per uno spettacolo?". Nell'emiciclo, nel frattempo, si alzava il coro di "vergogna, vergogna" all’indirizzo di Sgarbi.

Alla fine, visto che il deputato non voleva uscire dall'Aula, quattro commessi lo hanno sollevato di peso, due per le gambe e due per le braccia, e lo hanno portato fuori. Una scena che resterà nella storia di questa legislatura.

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