Quest'oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riconoscendo l'impossibilità della prosecuzione del governo, ha sciolto le Camere, ma ciò potrebbe avere delle conseguenze sulle pensioni dei parlamentari? Neppure per idea. Il cosiddetto "vitalizio" non subirà variazioni di sorta.
Malgrado la conclusione dell'esperienza di governo (l'attuale esecutivo resterà in carica solo "per il disbrigo degli affari correnti") e la decisione di andare al votoil prossimo 25 settembre, deputati e senatori non perderanno la loro pensione relativa a questa legislatura.
Secondo la normativa vigente, infatti, il parlamentare matura il diritto della quota pensionistica per tutti e cinque gli anni della legislatura quando si toccano i 4 anni, 6 mesi e un giorno. Si parla, quindi, del 24 settembre come data di salvataggio del diritto alla pensione di deputati e senatori, mentre le Camere sono state ufficialmente sciolte il 21 luglio.
Il vitalizio, tuttavia, sarà comunque garantito perché, Costituzione alla mano, nel secondo comma dell'articolo 61 si legge che "finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti".
Le Camere, infatti, continueranno a operare, esaminando decreti urgenti, ad esempio.Con le elezioni del 25 settembre, le nuove Camere potranno insediarsi il prossimo 15 ottobre, ossia 20 giorni dopo la chiamata alle urne e ben 21 dopo la data limite che garantisce le pensioni ai parlamentari.
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