New York Aveva già tentato di togliersi la vita meno di un mese fa, ma era andata male. Questa volta, invece, Jeffrey Epstein non ha fallito, mettendo la parola fine ad un'esistenza di eccessi. Il finanziere 66enne, travolto da uno scandalo sessuale e accusato di abusi, sfruttamento della prostituzione e traffico di minori, è stato trovato senza vita nella sua cella del Metropolitan Correctional Center di Manhattan, dove era recluso in attesa del processo.
Epstein - fa sapere il Bureau of Prisons -è stato trovato privo di coscienza intorno alle 6.30 del mattino di ieri. Lo staff del penitenziario dove è stato detenuto anche il boss della droga messicano Joaquin El Chapo Guzman ha tentato di rianimarlo, poi lo ha trasportato in un ospedale vicino che ne ha dichiarato la morte.
Secondo i funzionari citati dal New York Times il miliardario un tempo amico di politici e celebrità, tra cui il presidente Donald Trump e l'ex presidente Bill Clinton, si è impiccato, e l'Fbi ha aperto un'indagine sul decesso. Dal 23 luglio scorso si trovava in un'unità speciale del carcere newyorkese dopo esser stato ritrovato sul pavimento della cella in stato di semicoscienza con vistosi segni sul collo. Tuttavia, spiegano i funzionari, non era nel programma di sorveglianza per i detenuti che tentano il suicidio. «Sono sconvolto», ha commentato il ministro della giustizia, William Barr. «La sua morte solleva domande cui bisogna rispondere. Oltre alle indagini dell'Fbi, ho consultato l'ispettore generale che sta aprendo un'inchiesta», ha aggiunto. Lo scandalo è scoppiato all'inizio di luglio, quando Epstein è stato accusato di aver abusato di decine di ragazze nelle sue case di Manhattan e Palm Beach, in Florida, tra il 2000 e il 2005. Sul suo capo pendevano una serie di capi di imputazione che potevano costargli sino a 45 anni di carcere. Già nel 2008 era stato incriminato in Florida per accuse simili, ma il caso fu risolto con un patteggiamento e 13 mesi in prigione (con considerevoli privilegi). L'accordo fu gestito dall'allora procuratore Alex Acosta, poi diventato ministro del lavoro nell'amministrazione Trump, incarico che è stato costretto a lasciare proprio a causa delle polemiche sulla gestione della vicenda. Intanto, a meno di 24 ore dalla sua morte sono state diffuse le carte depositate in tribunale in cui si descrivono le attività illegali in cui Epstein era stato coinvolto, con molti dettagli imbarazzanti sulle sue abitudini sessuali. C'è anche la deposizione di Virginia Roberts Giuffre, la testimone chiave che nel 2000 lavorava nel centro benessere di Mar-a-Lago (il resort di Trump a Palm Beach), quando le è stato offerto di fare la massaggiatrice del finanziere. Trattamenti che spesso includevano rapporti sessuali, al termine dei quali le venivano dati cento o duecento dollari.
La donna racconta di essere stata costretta nel 2001, quando era minorenne, ad avere rapporti sessuali anche con altri personaggi che gravitavano nella cerchia di amicizie del miliardario, tra cui il principe Andrea, figlio della regina Elisabetta d'Inghilterra. E negli abusi - dice - erano coinvolti il famoso avvocato e docente di Harward Alan Drershowitz, l'ex governatore dello stato del New Mexico Bill Richardson e l'ex senatore George Mitchell.
Epstein si era dichiarato non colpevole, parlando di «relazioni consenzienti», e negando di sapere che alcune delle donne con cui si intratteneva fossero minorenni. Ma per i legali delle vittime il suicidio è il suo «ultimo atto di egoismo», per evitare di affrontare le sue responsabilità.
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