Caesar, il capo dei partigiani: "Assalteremo la capitale russa"

In migliaia vorrebbero entrare nella Free Russia Legion: "Abbiamo mortai, corazzati, stinger e droni"

Caesar, il capo dei partigiani: "Assalteremo la capitale russa"
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Tutti in fila per diventare partigiani filoucraini. Sarebbero migliaia i «profili» che hanno fatto domanda per entrare nella Free Russia Legion, che ha compiuto la scorsa settimana un'incursione in territorio russo. Ad affermarlo è il capo stesso della legione, nome in codice Caesar, che è stato ascoltato dal quotidiano britannico The Times. Un'intervista in cui l'uomo rivendica la forza e il carisma della legione. «Abbiamo capacità serie - dice Caesar - Abbiamo mortai, veicoli corazzati, lanciamissili stinger portatili, sistemi anticarro portatili e un'unità di ricognizione con droni molto efficace».

Una forza che la Frl intende aumentare, anche sfruttando il sentimento di molti russi, che hanno identificato nella legione uno strumento attraverso il quale posso attivamente cercare di fare cadere Putin. «Continueremo con i nostri raid fino a quando avremo un nostro pezzo di territorio russo, in modo che i veri figli e figlie russi, i veri patrioti, possano unirsi a noi. Una volta che ciò sarà avvenuto, faremo crescere rapidamente i nostri numeri e la campagna del Cremlino finirà». I partigani hanno «migliaia» di candidati in attesa di unirsi ai loro ranghi e continueranno a fare incursioni al confine fino a quando la loro forza non sarà abbastanza grande per lanciare un assalto a Mosca.

Caesar, 49 anni, l'infanzia trascorsa a Sochi e poi trasferito a San Pietroburgo, racconta a volto scoperto al Times anche qualche dettaglio su come opera la sua legione. Un battaglione è generalmente composto da un numero di soldati che va da 500 a 1.000, tutti cittadini russi disposti a combattere sotto le insegne delle Forze armate di Kiev. «Non siamo una banda di criminali o una compagnia militare privata come la Wagner - ci tiene a sottolineare Caesar - Noi combattiamo all'interno della struttura delle forze ucraine. Il nostro obiettivo principale e la nostra attività è la difesa dell'Ucraina e la de-occupazione del suo territorio. Dopo che avremo raggiunto questo ci dedicheremo a liberare la nostra patria». Per far questo la Frl può contare su molte armi che, dice chissà se serio o scherzando Caesar, sarebbero state acquistate online su AliExpress ed e-Bay e addirittura sugli shop delle forze armate di Mosca.

Tra i russi che si sono arruolati nelle due distinte unità della Frl e dei Russian Volunteer Corps, assicura Caesar, c'è di tutto. Naturalmente la maggior parte sono nazionalisti di estrema destra, ma ci sono anche «anarchici e sinistroidi», così come persone che prima delle guerra avevano poco o nullo interesse nella politica. Uomini motivati e bene organizzati, contrariamente ai loro avversari, la cui arrendevolezza agli attacchi ha sorpreso i legionari. L'attacco della scorsa settimana, il più lungo combattimento in territorio russo dall'inizio della guerra e la prima incursione armata in Russia dagli scontri di confine tra truppe sovietiche e cinesi nel 1969, ha costretto le autorità russe a evacuare centinaia di persone prima che i partigiani tornassero in Ucraina. Caesar rivendica di aver distrutto due compagnie di fanteria meccanizzata di Mosca, di aver colpito almeno 150 uomini, di aver distrutto o danneggiato una ventina di veicoli e di averne catturati sei. Un bottino non verificabile, anche se Caesar avrebbe promesso di poter dimostrare i risultati dell'azione con un video.

Non ci sono evidenze, dall'altra parte, nemmeno dei 70 partigiani che sarebbero stati uccisi secondo Mosca. «Non volevamo vederli in rovina - dice Caesar - così dopo aver compiuto la nostra azione abbiamo iniziato la ritirata». Caesar giura di non avere paura per sé o per la sua famiglia, che sarebbe al sicuro in Ucraina.

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