Calano gli arrivi, resa delle navi Ong

Frontex: sbarchi giù del 60%, la Geo Barents si ritira. E la Schlein vola in Albania

Calano gli arrivi, resa delle navi Ong
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Gli sbarchi calano e le Ong abbandonano il Mediterraneo perché la stretta del governo sui trafficanti di uomini funziona. Ma il sistema dell'accoglienza e dei Cpr - inventati dal centrosinistra - va certamente rivisto. La leader Pd Elly Schlein sceglie il giorno peggiore per andare in Albania a criticare le scelte dell'esecutivo. È l'agenzia Ue Frontex ha confermare il -60% di sbarchi di migranti dal Mediterraneo nel 2024 (mentre quella via terra da Oriente cresce del 200%), il risiko in Medioriente rischia di complicare il quadro e arricchire ancor di più le le reti criminali, che da tempo investono sulle Canarie, evitando il nostro Paese. Segno che la stretta funziona e l'Europa guarda al modello italiano, tanto che il ministro della Giustizia Carlo Nordio ricorda: «L'orientamento generale Ue approvato è sempre più in linea con la severità che è auspicata e voluta dall'Italia».

Eppure la Schlein ha deciso di andare in missione «a sorpresa» nel'hotspot di Gjader per «verificare le condizioni di centri» assieme a Matteo Mauri, responsabile Sicurezza della segreteria Pd. Peccato che i Cpr siano vuoti per colpa della solita interpretazione della sentenza della Corte Ue sui «Paesi sicuri» da parte della magistratura più ideologica, che ha paralizzato gli arrivi e ostacolato - di fatto - l'avvio del protocollo tra Italia e Albania. Dunque il blitz è strumentale, accompagnato dal solito codazzo di polemiche sui «soldi sprecati vergogna inaccettabile», perché secondo gli esperti del Pd spendere 1 miliardo per cinque anni togliendo i migranti adulti e in buona salute dai Cpr lager è troppo rispetto al miliardo all'anno che ci costa questa accoglienza, con i guasti nei centri sicuramente quelli di Milano, Gradisca, Potenza e Roma visitati da una delegazione Ue) di cui la sinistra si accorge solo quando non governa. Contenti loro.

Se l'obiettivo del governo era limitare gli sbarchi, il risultato c'è. Tanto che la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, ha deciso di lasciare il Mediterraneo centrale. La scusa è quella delle «leggi assurde» del centrodestra di assegnare porti lontani e le quattro sanzioni comminate a Msf assieme ai 160 giorni di fermo amministrativo dall'entrata in vigore del decreto firmato dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. «È disprezzo per le vite di chi attraversa il Mediterraneo - afferma Margot Bernard, coordinatrice del progetto Msf - le politiche Ue causano sofferenza e costano vite».

Le critiche Ue al sistema di accoglienza italiano arrivate dal Rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt) riguardano «presunti maltrattamenti fisici e uso eccessivo della forza da parte di agenti di polizia di cittadini stranieri detenuti, solitamente a seguito di disordini o atti vandalici nei centri» e la «somministrazione di psicofarmaci non prescritti diluiti in acqua a cittadini stranieri» ma sono state smentite dall'esecutivo («abbiamo migliorato le strutture ereditate in condizioni fatiscenti»), dal Viminale «ricostruzioni parziali e incomplete, la somministrazione impropria di farmaci mai stata oggetto di sentenze della magistratura») e dalla rappresentante permanente dell'Italia presso il Consiglio d'Europa, che garantisce «l'evoluzione delle misure nazionali per soddisfare le

raccomandazioni espresse, in particolare sul sistema di trattenimento dei migranti nei Cpr». «Accuse puntualmente smontate con risposte argomentate e documentate», sottolinea il vicecapogruppo di FdI alla Camera, Elisabetta Gardini.

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