Campagna contro il ddl: "È stato di polizia". Domani prima "giornata di lotta" anti Meloni

Dopo ferie al mare e missioni pro Maduro, tornano le tende. E per il Pd i militanti che bloccano le strade sono "Gandhi"

Campagna contro il ddl: "È stato di polizia". Domani prima "giornata di lotta" anti Meloni
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«Una giornata di lotta». E non solo una giornata. Le previsioni per domani si annunciano fosche, e preannunciano un autunno di problemi.

Tornati ormai dalle vacanze, i professionisti della protesta si preparano a tornare in piazza per una stagione «di lotta» e di proteste contro il governo, e ovviamente a farne le spese saranno i cittadini interessati a spostarsi e a studiare.

Dalle piazze alle strade, alle università, infatti, antagonisti e «militanti-studenti» si preparano a dar vita a una serie di manifestazioni più o meno pacifiche, in cui i vari temi appaiono solo un pretesto per mettere in scena il soliti trito film dei «giovani» impegnati nella «rivoluzione» contro la destra, contro l'Occidente «imperialista», contro il capitale e così via.

La pace, l'ambiente i diritti civili, il diritto a migrare, le varie rivendicazioni scolastiche, il no all'autonomia: la girandola degli slogan non si ferma mai. E al menu consueto si aggiunge ora la campagna contro il ddl sicurezza, in cui la sinistra ufficiale si unisce a quella extraparlamentare senza troppe remore.

Qualcuno, fra protestatari e antagonisti, nei mesi estivi ha trovato il modo di spostarsi (guarda caso) in Sardegna per qualche iniziativa di lotta, i più fortunati sono andati in Sudamerica per portare solidarietà al compagno Maduro, un dittatore spietato che opprime i suoi stessi cittadini e nega la democrazia, ma ora scuole e facoltà sono a pieno regime, e si possono montare di nuovo le famigerate tende, con la speranza di fermare lezioni ed esami. E non solo. «Dalle piazze in difesa del diritto all'aborto (il 28 cade l'anniversario l'approvazione della Legge 194) a quelle contro i bombardamenti israeliani passando per la manifestazione a Bari contro la Meloni - presente nel capoluogo per un'iniziativa - questo si legge nella pagine dell'organizzazione giovanile leninista Cambiare rotta - sabato 28 si presenta una giornata calda e densa per costruire l'opposizione al Governo, con il protagonismo delle giovani generazioni». «Scioperi, iniziative e assemblee», ci sono «avvisaglie di fibrillazione in scuole e università - dicono - e un clima politico montante nel paese che giustamente denuncia la svolta reazionaria di questo governo di fascisti dentro».

Come detto, partiti e sindacati si mostrano eccitati come gli antagonisti nell'opposizione contro il «ddl sicurezza», che fra l'altro introduce fattispecie penali - per esempio per blocchi stradali o ferroviari - o inasprisce quelle già previste. Per Cgil e Uil il ddl è «pericoloso per la democrazia», per alcune associazioni è «il più grande attacco alla libertà della storia repubblicana», per il Pd si tratta, sobriamente, di «repressione del dissenso» o di «norme che criminalizzano il dissenso». «Dalle norme anti-Salis a quelle anti-Gandhi - si legge - non si salva nessuno».

Arditamente, infatti, i dem mettono insieme l'icona della nonviolenza e la neo eletta di Avis nota per essere stata arrestata in Ungheria. E la fattispecie che sanziona chi blocca le strade fermando le auto di cittadini e famiglie, per il Pd, è addirittura una «norma anti-Gandhi».

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