Gianpaolo Iacobini
La catechista sostiene il figlio, candidato sindaco del Pd. Il prete, schierato con i ribelli, la allontana dalla parrocchia.
Come ai tempi di don Camillo e Peppone, di mezzo ci sono la fede, la politica ed il Po. Don Ruggero Marini di Fernandel e del suo curato di campagna incarna la vulcanicità. Già apertamente manifestata, del resto, con le messe riservate agli animali e le campane suonate a morto nel giorno della festa di Halloween. Concetta Saele, del baffuto Cervi comunistissimo sindaco, restituisce invece l'attaccamento alla causa e la caparbietà. Una miscela esplosiva, che ha infiammato la tranquilla vita di La Loggia, piccolo comune della cintura Torinese legato a Brescello ed alle sue storie dal passaggio del grande fiume. A dar fuoco alla miccia le recenti elezioni comunali, vissute sul duello tra Domenico Romano, esponente del Pd sostenuto da spezzoni del centrodestra, ed il segretario della sezione democratica, Davide Catalano. Infischiandosene della richiesta di espulsione dal partito, Romano era andato avanti come un treno, fino a sbaragliare la concorrenza nelle urne. Ma quando sembrava che la quiete potesse tornare in paese, il colpo di scena. Maturato al chiuso d'una sacrestia. Quella della chiesa di san Giacomo: don Marini, che non ha gradito l'attivismo elettorale della Saele - per inciso, madre dello sconfitto Catalano - a scrutinio finito opta per una severa punizione: l'allontanamento della donna dalle attività parrocchiali. «Dopo opportuna preghiera e necessarie verifiche, alla luce di episodi che hanno arrecato danno alla vita comunitaria», le scrive in una lettera, «ti chiedo di vivere un necessario periodo sabbatico per recuperare serenità e pace interiore». Invito subito respinto al mittente: «Per 8 anni si difende attaccando la mamma agit prop - ho fatto parte del consiglio pastorale. Ora vengo cacciata con un atto politico, solo perché mio figlio non è stato eletto». In coda il veleno: «Il prete mi ha accusato d'aver distribuito santini in chiesa. Non è vero. È lui che si è schierato da subito con Romano». Chiacchiere, secondo don Marini: «È lei che si è autoesclusa.
Ha usato in modo inopportuno la sua funzione, esasperando i toni e creando un clima che non dovrebbe esserci nel nostro ambiente». Il finale? Già scritto da Guareschi: «Ciascuno lotta a suo modo per costruire un mondo migliore, e qui accadono cose che non accadono in nessun'altra parte del mondo».
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