Manovra, sindacati sul piede di guerra. È scontro Camusso-Padoan

La leader della Cgil accusa il governo: "La legge di Bilancio mantiene lo status quo". Ma Padoan s'infuria: "Ma quale manovra ha visto?"

Manovra, sindacati sul piede di guerra. È scontro Camusso-Padoan

La manovra licenziata ieri scontenta la sinistra. E i sindacati sono già pronti a scendere in piazza per opporsi. Francesca Re David ha già detto che la Fiom manifesterà contro il governo. Susanna Camusso, invece, prende tempo ma senza farsi alcun problema a dire che lo "sciopero generale è un'opzione" presente sul tavolo. "Quando non si rispettano i patti presi bisogna agire con la giusta decisione", minaccia accusando la legge di Bilancio di "mantenere le disuguaglianze e difendere le rendite". "Mi chiedo quale legge di bilancio abbia visto - ribatte il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan - perché non corrisponde a questa descrizione".

Ieri, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, il premier Paolo Gentloni si è vantato di aver non aver approvato "una legge lacrime e sangue". La Camusso, però, non la pensa così. Anzi gli rinfaccia il malcontento dei lavoratori che avranno un aumento dell'età pensionabile. "Credo che sia una questione di punti di vista - tuona la leader della Cgil - questa legge di Bilancio non ci convince, non c'è prospettiva di cambiamento, per esempio vediamo la politica sulla decontribuzione sui giovani". A suo dire, la manovra punta solo a sterilizzare l'aumento dell'Iva, mentre manca qualsiasi "ragionamento sugli investimenti pubblici o sulla sanità". "La spesa sanitaria andava aumentata perché abbiamo un depauperamento generale e la popolazione invecchia", spiega ai microfoni di Radio Capital. "Si possono scegliere alcune cose: si possono difendere le attività produttive e agire su patrimoni o finanza, ma è una scelta politica. È una manovra che mantiene lo status quo".

Anche per quanto riguarda il capitolo della previdenza la leader della Cgil non si dice soddisfatta. Anzi. In primis, smonta il refrein per cui dal 2019 si andrà in pensione a 67 anni. "Intanto - spiega - i famosi 141 miliardi non sono stati documentati, ho visto conti un po' strani. L'automatismo - continua - scatta dal primo gennaio 2019 e non ha effetti sui conti pubblici del 2018. Chi racconta che non si poteva stoppare questo automatismo per l'aggravio del bilancio dice che è una cosa falsa". In questo modo, secondo la sindacalista, "tanti giovani pensano che è inutile versare i contributi e può cadere un pilastro fondamentale". E ripete: "Non c'erano costi oggi, è sempre una scelta politica".

"Mi chiedo quale legge di bilancio abbia visto, perché non corrisponde a questa descrizione". Intervenendo a Radio Anch'io su Rai Radio1, Padoan non nasconde la propria irritazione per le dichiarazioni della segretaria generale della Cgil.

"Abbiamo messo - ribatte - risorse aggiuntive sugli investimenti pubblici, spinto gli investimenti provati. Stiamo dando una scossa alla crescita, stiamo riducendo il rischio che aumentino le imposte indirette, stiamo mettendo risorse sui giovani".

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