Il Canada alle urne. Ma la minaccia Usa stravolge le previsioni

I dazi imposti da Trump e le mire americane sulla sovranità hanno rilanciato i progressisti

Il Canada alle urne. Ma la minaccia Usa stravolge le previsioni
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Il Canada al voto si mobilita per arginare le mire degli Stati Uniti, e mai come in questo caso il fattore Donald Trump pesa sulle elezioni. Oggi alle urne gli elettori sceglieranno a chi affidare la guida del Paese reduce dai dieci anni di governo di Justin Trudeau, una sfida che attira l'attenzione internazionale dopo che il presidente americano ha ripetutamente attaccato il vicino, accusandolo di sfruttare economicamente gli Usa, e suggerendo che Ottawa diventi il 51esimo stato dell'Unione. È un'elezione segnata pure dalla tragedia avvenuta sabato sera a Vancouver, quando un uomo a bordo di un Suv nero lanciato ad alta velocità ha travolto la folla causando la morte di 11 persone e ferendone molte altre.

Fino alle dimissioni dell'ex premier a gennaio, il partito conservatore sembrava avere la vittoria in tasca, ma i dazi e le minacce alla sovranità del Paese da parte di Trump hanno radicalmente cambiato la corsa. I liberal non solo hanno ridotto progressivamente lo svantaggio, ma sono passati in testa di qualche punto percentuale (gli ultimi sondaggi li danno al 43% contro il 38,9% dei conservatori), e ora sperano nella vittoria.

Gli attacchi del tycoon hanno avuto un effetto dirompente sul supporto per Mark Carney, il nuovo primo ministro eletto con l'85% a capo dei progressisti e poi arrivato alla guida del governo, che a pochi giorni dal suo insediamento ha indetto le elezioni in anticipo rispetto alla scadenza naturale di ottobre. Il suo messaggio è che il Paese ha bisogno in questo momento di un leader il più diverso possibile da Trump, e una mano ferma per guidare il Canada attraverso una sfida generazionale.

L'ex governatore della Banca centrale canadese e della Bank of England, colui che ha gestito la Brexit, ha costruito la sua campagna elettorale sulla minaccia del comandante in capo Usa, tenendo testa con fermezza alle sue affermazioni. Mentre il leader dell'opposizione conservatrice Pierre Poilievre, al contrario, ha adottato una posizione più cauta, cercando di allinearsi ideologicamente con gli Stati Uniti. «Trump vuole spezzarci affinché l'America possa possederci. È la nostra forza che gli americani vogliono - ha detto Carney durante un recente comizio - Vogliono le nostre risorse, la nostra acqua, la nostra terra, vogliono il nostro Paese, ma non possono averlo».

Pragmatico e moderato, l'ex banchiere si presenta insomma come il «difensore del Canada», pur non essendo un politico e mancando del carisma di Trudeau. E sembra che gli elettori propendano per l'idea di affidarsi a un tecnico per affrontare un periodo che si prospetta difficile e correggere l'eccessiva svolta a sinistra impressa al partito dall'ex premier.

Poilievre, da parte sua, è stato impegnato per anni in attacchi incessanti contro Trudeau, ma nell'ultimo periodo ha pagato proprio la scelta di continuare a criticare l'ex primo ministro invece che la Casa Bianca per la sua politica, incluso quando The Donald ha chiamato Trudeau «governatore». Una strategia che ha fatto crollare il partito conservatore, mandando in fumo i 25 punti di vantaggio sui liberal.

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