«Mi hanno gettato via come uno straccio vecchio». Giancarlo Cancelleri non ha usato giri di parole nell'intervista col Giornale di Sicilia mercoledì scorso, al momento di annunciare l'addio al «suo» M5s, il partito per il quale ha corso due volte come candidato governatore in Sicilia e che lo aveva scelto come leader sull'Isola. Ma ora che l'ex viceministro grillino si è palesato alla convention siciliana di Forza Italia, sedendosi dietro al Governatore Renato Schifani, abbracciando il coordinatore regionale Marcello Caruso e incassando il saluto al «nuovo amico» del ministro degli Esteri e coordinatore azzurro Antonio Tajani, l'amarezza gli torna indietro dai vecchi compagni di cammino. E, per riprendere l'immagine citata dall'ex esponente pentastellato, adesso tra Cancelleri e i suoi ex amici volano gli stracci. A cominciare dal leader, Giuseppe Conte, che ringhia: «Chi si è proposto ieri come sindaco per correre a Catania, lo ritroviamo oggi a condividere la visione politica di Schifani, Dell'Utri e Cuffaro. Abbiamo fatto una buona scelta a mantenere ferma la regola dei due mandati». Duro anche il «saluto» del gruppo M5s all'Assemblea regionale siciliana, che invita Cancelleri a «non sputare sul piatto dove ha mangiato» e chiosa: «Sulla sua collocazione finale evitiamo di fare commenti, se il partito che gli ha dato ospitalità, e in cui evidentemente si rispecchia, è il partito di Berlusconi, Dell'Utri e Schifani, la cosa si commenta da sola. E in maniera eloquente». Ma il più duro è l'ex amico Alessandro Di Battista, che insieme a Cancelleri (e a Di Maio) nell'estate 2017 aveva girato la Sicilia per fargli campagna elettorale. «Ricordo sibila l'ex leader pentastellato - quando Giancarlo Cancelleri mi definiva un nostalgico, uno che non capisce la complessità della politica, uno rimasto ai tempi di Casaleggio, incapace di evolversi. Ebbene in queste ore Cancelleri (che ha abbandonato il Movimento non per ragioni politiche ma solo perché non gli hanno permesso di candidarsi ancora una volta) sta partecipando alla convention di Fi a Palermo. È forse questa l'evoluzione che non sono riuscito a comprendere?». Insomma, chiude Di Battista, «che parabola indegna. Io mi vergognerei come un ladro al suo posto». Ma Cancelleri non fa una piega: nega di aver tradito, di Dibba dice che è ancora suo amico qualsiasi cosa scriva, ribadisce di aver rispettato il mandato degli elettori fino all'ultimo giorno e avverte il suo ex partito: il limite dei due mandati riserverà al M5s altre (brutte) sorprese. Su Fi spiega infine di avere, «in passato, fatto valutazioni errate». E il suo nuovo partito lo accoglie a braccia aperte.
«Cancelleri è stato un avversario di Musumeci ma lo ha fatto con stile, un politico che è stato al suo posto istituzionale nell'interesse della Sicilia. Se c'è qualcuno che si rivede nel nostro partito perché dire di no?», sintetizza Schifani.
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