Cancro ai polmoni, vaccini in 7 Paesi. "Rivoluzione che salverà molte vite"

Fase 1 dei test anche in Usa, Gb e Germania. La tecnologia mRna sviluppata "grazie" al Covid. Gli scienziati: "Grandi speranze"

Cancro ai polmoni, vaccini in 7 Paesi. "Rivoluzione che salverà molte vite"
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Per realizzare il suo sogno della sua vita, cioè tornare a correre e completare la maratona di Londra, Janusz Racz, 67 anni, martedì scorso ha allungato il braccio per farsi iniettare la prima dose del vaccino terapeutico a mRna che si chiama BNT116 messo a punto da BioNTech che ha l'obiettivo di sconfiggere il cancro ai polmoni, in particolare il carcinoma non a piccole cellule (NSCLC), il tipo più comune di tumore polmonare diffuso in tutto il mondo.

Per la precisione, Racz ha ricevuto sei iniezioni consecutive a distanza di cinque minuti l'una dall'altra nell'arco di mezz'ora presso il National Institute for Health Research Clinical Research Facility. Ed è stata la sua prima seduta. Il paziente inglese (anche lui scienziato) riceverà il vaccino ogni sette giorni per sei settimane consecutive, e poi ogni 21 giorni per altre 54 settimane. Una storia lunga.

Come lui altri 130 volontari in diversi paesi del mondo sono stati arruolati per la sperimentazione clinica di fase 1 che verrà monitorata in 34 centri di ricerca di sette paesi: Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna e Turchia.

Sono tutti volontari colpiti dal tumore al polmone in diversi stadi: ci sono quelli in fase iniziale prima dell'intervento chirurgico o della radioterapia, altri in fase avanzata della malattia, altri ancora recidivi. Tutti speranzosi che questa nuova terapia faccia centro. Cioè sconfigga il tumore una volta per tutte e allontani lo spettro della ricaduta dalla loro vita. Nel mondo, solo nel 2022 si sono contati ben 1,8 milioni di decessi a causa di questa forma tumorale e in Italia ogni anno si contano 33mila vittime di cancro ai polmoni.

Ma come funziona questa terapia? Utilizza la stessa tecnologia mRNA dei vaccini contro il COVID-19, rafforza il sistema immunitario e lo stimola a riconoscere e attaccare le cellule tumorali, lasciando intatte quelle sane, a differenza della chemioterapia. Siow Ming Lee, l'oncologo che sta conducendo la sperimentazione nel Regno Unito, è ottimista: «Stiamo entrando in una entusiasmante era di sperimentazioni cliniche di immunoterapia basate su mRNA per studiare il trattamento del cancro ai polmoni, è semplice da somministrare e puoi selezionare antigeni specifici nella cellula cancerosa, e poi prenderli di mira. Speriamo che l'aggiunta di questo trattamento impedisca al cancro di ripresentarsi perché spesso, anche dopo l'intervento chirurgico e la radioterapia, il cancro ritorna aggiunge Lee - Speriamo di passare alla fase 2 e alla fase 3 della sperimentazione e che poi questo vaccino diventi lo standard di cura in tutto il mondo e salvi molti pazienti affetti da cancro ai polmoni».

Sembra insomma che ci siano le condizioni per essere ottimisti circa la promessa fatta dal Ceo di BioNTech, il Dr. Ugur Sahin, quando aveva dichiarato che le tecnologie basate sull'mRNA avrebbero sconfitto alcune forme di cancro entro il 2030. Oltre al BNT116, sono infatti in fase di sviluppo anche altri vaccini a mRNA che rappresentano l'ultima frontiera nell'immunoterapia oncologica contro il melanoma, il cancro al colon, al pancreas, il tumore ovarico.

Non tutti i pazienti, però, rispondono allo stesso modo ai vaccini a mRNA perché ciò che funziona per uno potrebbe non essere efficace per un altro. Alcuni potrebbero avere una risposta immunitaria più efficace rispetto ad altri, rendendo necessario sviluppare approcci personalizzati.

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