Cantieri, ritardi e caos: è un Giubileo a ostacoli

Delle 204 opere ritenute essenziali solo 64 pronte entro fine anno. Pellegrini tra disagi e incredulità

Cantieri, ritardi e caos: è un Giubileo a ostacoli
00:00 00:00

Con la pioggia e con il sole. Nei giorni feriali e in quelli festivi. Tra i volti di turisti incuriositi e di romani piegati verso l'ignoto: oltre le transenne. Al centro della babele di lingue e culture, gli operai dei cantieri giubilari sembrano adesso eroi mitici all'ombra delle Piramidi in divenire, solo che non stanno costruendo monumenti mastodontici: sostituiscono sampietrini e marciapiedi, rinnovano qualche piazza. Facce stravolte, sguardo basso, una fretta insolita. Pare un conto alla rovescia. Il 24 dicembre è a qualche scrollata di calendario e la Città Eterna è eternamente in ritardo.

A colorare Roma in questo tramonto di anno ci sono più divieti, grate e nastri che luci natalizie. Il Giubileo, che prenderà il via il giorno della Vigilia, comincerà tra ruspe e cantieri. Un caos da cinque miliardi di euro. Il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri si è affrettato ad annunciare le inaugurazioni: in piazza Risorgimento il taglio del nastro si terrà il 20 dicembre, in piazza della Repubblica due giorni dopo. Il 23 dicembre tocca a piazza Pia, accesso centrale e scenografico per il Vaticano. Il 30 dicembre, infine, la passerella si sposta in piazzale dei Cinquecento davanti alla stazione Termini.

Si è persino riusciti a far camminare le persone (miracolosamente, a proposito di Anno Santo) sulla nuova via Ottaviano. Un bel colpo d'occhio per i pellegrini che, dopo aver preso il metrò in stazioni spacciate per rinnovate ma solo ridipinte o poco più, arriveranno a calcare le strade romane in direzione piazza San Pietro. Sampietrini in stile scandinavo al posto di quelli tipicamente mediterranei, alberelli che non cresceranno mai per scarsa manutenzione, panchine che saranno vandalizzate dopo Natale.

Oggi, comunque, la nuova arteria pedonalizzata merita. Sembra di stare in Europa. Peccato che al momento in cui si scrive ogni cardo che attraversa il decumano di via Ottaviano resti un cantiere. Ed è all'ombra dei riflettori che si vede la realtà: in una traversa una coppia di americani stretta nei dehors vista macerie mangia una pizza. Dal mix di cemento e rifiuti si alza una nuvola di polvere e li avvolge. Riescono a dire solo «how disgusting!», prima di correre via. È Roma, bellezza.

Eccezion fatta per i cinque «cantieri-simbolo» inaugurati in fretta e furia, il resto passa in secondo piano. Su 204 interventi considerati «essenziali e indifferibili» solo 64 saranno pronti entro dicembre, i restanti lavori proseguiranno fino al 2026 - ma non solo per i ritardi. «Riuscite a immaginarli 35 milioni di pellegrini con questa viabilità e questo caos?», si chiede scoraggiata una commerciante.

Com'è possibile che neppure per un evento ordinario che si tiene ogni 25 anni si riesca a programmare per tempo? È questo il dilemma che ribolle in testa. Sembra che Roma fatichi ad accettare il cambiamento e abbia bisogno sempre di più tempo. E diventa una Penelope che disfa o rallenta in modo che il lavoro non abbia mai fine. È lo spirito di conservazione di una città restia al rinnovamento oppure è incapace a programmare? «Negli ultimi sette secoli i lavori giubilari sono sempre stati in ritardo - analizza Giovanni Maria Vian, direttore emerito dell'Osservatore Romano e storico della Chiesa - come se ci fosse una cronica incapacità a rispettare i tempi».

Vian ricorda la facciata della chiesa di San Giovanni in Laterano: doveva essere pronta per il Giubileo del 1700, fu completata 35 anni dopo. Nel frattempo venne realizzata la Scalinata di Trinità dei Monti in piazza di Spagna, ma con un anno di ritardo rispetto al Giubileo del 1725. Ma anche il 2000 ebbe il suo ritardo clamoroso: la grande chiesa dell'architetto statunitense Richard Meier a Tor Tre Teste, completata solo nel 2003.

«Comunque non si è mai arrivati a queste proporzioni e almeno prima si realizzavano opere artistiche». Una constatazione amara quella di Vian, tradotta in ironia che solo chi vive nella Capitale può capire: «Finora del Giubileo i romani stanno pagando l'aspetto penitenziale dei lavori».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica