Il posto fisso, la cattedra a tempo indeterminato. Sì, quel ruolo così bistrattato dalla meritocrazia e dallo stipendiometro ma così cruciale. E, diciamolo, così affascinante per chi crede ancora che i veri influencer siano quelli che ogni giorno entrano in aula e siedono a fianco di una lavagna digitale.
Per 44.654 insegnanti (comuni e di sostegno) è iniziato il concorsone, quello che metterà fine a giri di supplenze, contratti a termine, trasferimenti e precarietà. Le domande però sono 370mila: svolterà solo un candidato su 8.
«Il nostro obiettivo è dare stabilità al reclutamento, selezionando i futuri docenti anche alla luce della loro attitudine a insegnare, ed è per questo che abbiamo previsto che vi sia, oltre al tirocinio, prima dell'assunzione, anche una lezione simulata al termine del periodo di prova» spiega il ministro all'Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara. Le selezioni avranno anche un'ambizione: andare a scovare quella «vocazione» all'insegnamento che da sempre viene invece presa a picconate da stipendi bassi, poche possibilità di carriera e una burocrazia avvilente. Quella marcia in più che va ben oltre le lezioni frontali e lo «studiate da pag a pag».
«Il concorso e le future assunzioni segnano un ulteriore passo avanti per combattere il precariato e per garantire agli studenti un'educazione di qualità, favorendo la continuità didattica» assicura il ministro. Per la scuola dell'infanzia e primaria ci sono 69.117 e 15.340 posti messi a bando. Le domande risultano però risultano 116mila perchè ogni candidato, sulla base dei titoli posseduti, ha avuto la possibilità di iscriversi a quattro selezioni. Nella scuola secondaria di I e II grado i candidati sono 303.687 e i posti a bando 29.314. I docenti si troveranno sotto esame, con prove scritte e selezioni. «Il piano assunzioni è il più massiccio degli ultimi anni e ci consente di realizzare la riforma del reclutamento che il Pnrr ci chiede - spiega il sottosegretario all'Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti.
I sindacati della scuola sollevano dubbi sulle proporzioni tra fabbisogno e effettivi posti messi a bando. Flc Cgil apre il caso Sicilia: ci sono pochi posti, circa mille, e tanti candidati, circa 40mila, per un concorso che non risolve nessun problema del precariato e del fabbisogno di docenti in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Nel resto del Paese i posti messi a bando sono 40mila» protesta i segretario Adriano Rizza. Per dare più continuità all'insegnamento e stabilità agli studenti, la legge prevede che i vincitori del concorso rimangano nel posto a cui vengono assegnati in ruolo per almeno 3 anni.
«Una norma, quella del vincolo, ingiusta e penalizzante soprattutto per i docenti meridionali - aggiunge la Flc Cgil - ma che rischia di aggravarsi ulteriormente poiché le Regioni, grazie al disegno di legge sull'autonomia differenziata, avranno la possibilità di legiferare anche sulla mobilità sicuramente peggiorando l'attuale condizione».
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