Carini, dopo i pugni la carezza di Meloni. "Non era una gara ad armi pari..."

La premier ieri a Parigi: "Non sono d'accordo con la scelta del Cio"

Carini, dopo i pugni la carezza di Meloni. "Non era una gara ad armi pari..."
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I Giochi di Giorgia olimpionica iniziano ufficialmente al gong della prima ripresa del match tra Angela Carini e Imane Khelif, la pugile algerina intersessuale con cromosomi xy e livelli di testosterone sopra il normale che una sua sventola si ricorda e tramanda per generazioni, così dicono, giurano, assicurano le atlete che l'hanno incrociata. Nell'esatto momento in cui la premier avanza con passo lieve sulla ghiaia elegante nel cortile di Le Pre Catelan e imbocca l'entrata luminosa che porta alle sale centrali, Angela inizia a schivare pugni. Giorgia olimpionica impiega un paio di minuti ad entrare perché tra saluti ed emozioni varie di autorità altrettanto varie questo è il tempo che ci vuole. Intanto Angela Carini ne ha preso uno piccolo e un altro grande in viso e per due volte in un minuto va all'angolo per capire il da farsi. La premier, a questo punto, è ormai dentro l'ampio salone principale di Casa Italia, realizzata nei locali della nobile residenza nel cuore del più grande parco di Parigi, Bois de Boulogne, luogo sacro dell'olimpismo perché in queste sale a fine anni Ottanta dell'Ottocento il barone de Coubertin e altri illuminati misero nero su bianco la carta dei futuri Giochi moderni. Ovviamente, non erano così moderni il barone e gli amici, per cui le donne non erano previste in quanto «sgraziate e poco gradevoli da vedere nel gesto atletico» era stato il senso dell'argomentare di de Coubertin. Questo per dire che grazie al cielo i baroni, il mondo, la società, lo sport di passi in avanti ne hanno fatti parecchi.

Altro discorso è quanto accade sul ring mentre Giorgia Meloni spiega di aver ritenuto «giusto e necessario esserci per gli atleti e penso che la Nazione debba dirgli grazie per questi loro sacrifici, questo impegno e questa dedizione». Intanto Angela è scesa dal ring e se n'è andata. Informano la premier: «Mi dispiace ancora di più, questa non era una gara pari e non sono d'accordo con la scelta del Cio, ma non lo sono da anni, da quando nel 2021 cambiò il regolamento su questa materia e noi presentammo una mozione per spiegare le conseguenze che poteva avere». Giorgia olimpionica, visibilmente preoccupata per la ragazza, si ritira in quel momento e viene accompagnata al piano di sopra, per pranzare con quell'oro platinato dei 100 rana di nome Tete Martinenghi, che per di più compie gli anni. «25? Io li ho fatti tanti anni fa» gli dice la premier, mentre c'è da giurarci avrà fatto i salti mortali per seguire certi discorsi surreali di Thomas Ceccon. Insomma, tutto bene. Caffé, saluti e via. Accompagnata dal presidente del Coni Malagò, la premier si sposta verso l'Arena sud di Parigi, dove a mezzo pomeriggio inizia la sfida tra l'Italvolley donne di ct Velasco e l'Olanda. Casacca azzurro scuro Italia, pass al collo come tutti noi, pallone giallo in braccio, Giorgia olimpionica non scende in campo ma si gode tutto il primo tempo di quella che sarà una vittoria netta.

I riti olimpici sono precisi. Giusto per rispondere ai maliziosi che diranno ah la premier è andata dove l'Italia vinceva e magari pensa ad Eurodisney... Non è la premier ad essere andata, è il macchinone istituzionale - nel senso delle istituzioni sportive, Malagò e predecessori - che si sposta di sito in sito, ad ogni santa olimpiade che il dio dello sport manda in terra, passando da una disciplina all'altra non appena il tam-tam a cinque cerchi diffonde nell'aria il suono di medaglie in arrivo. Pochi giorni fa era accaduto al presidente Mattarella. E così Giorgia olimpionica si ritrova davanti alla judoka bresciana di Roncadelle Alice Bellandi. Più complicato andare per ruscelli e torrenti a cercare l'altro bresciano di Roncadelle - che coincidenze a volte ai Giochi - vincitore nella canoa, Giovanni De Gennaro.

Però, prima di lasciare il judo per concludere la serata alla scherma, Giorgia olimpionica incrocia la Carini e l'abbraccia. «So che non mollerai, Angela, e so che un giorno guadagnerai con sforzo e sudore quello che meriti. In una competizione finalmente equa».

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