"C'è il nome di una donna..." Così Renzi vuol fregare Conte

Italia Viva avrebbe messo sul piatto delle trattative un altro premier. E su questo punto si scatena la guerra con i 5S

"C'è il nome di una donna..." Così Renzi vuol fregare Conte

Niente nomi, al momento. Ma dietro la foglia di fico del confronto a Montecitorio sui contenuti, si affilano le armi su chi dovrà ricevere l’incarico dal Quirinale. Sono le ultime ore, quelle decisive. Le trattative sull’accordo di maggioranza sono infatti solo il mezzo per prendere tempo e minare il campo al ritorno di Conte a Palazzo Chigi. In verità i rumors indicano le quotazioni in lieve rialzo per il Ter del presidente del Consiglio dimissionario. “Tra noi viene dato quasi per scontato, anche se girano tante voci”, riferisce una fonte del Movimento 5 Stelle. Matteo Renzi sta infatti lavorando per tirare fuori l’asso nella manica, un asso al femminile. La mossa perfetta per sbarrare la strada al suo grande avversario, l’ex avvocato del popolo. In Italia viva tutti ripetono come un mantra che “non ci sono veti su Conte”. Ma c’è sempre una postilla aggiuntiva: “Non è l’unico nome sul tavolo”. Perché di nomi ce ne sono, eccome,da fare.

Renzi tra Cartabia e Lamorgese

Nel Partito democratico scrutano le mosse del leader di Iv. E un parlamentare riferisce i timori di una strategia per colpire con precisione chirurgica. “Renzi non vuole fare la parte di quello che dice di no a Conte. Ma cercherà di affondarlo con stile, cercando di far credere all’opinione pubblica che il suo non è un veto”. Come? “Mettendo sul tavolo il nome di una donna”. A quel punto a Largo del Nazareno sarà difficile opporsi, per una ragione semplice: c’è la possibilità di un evento storico Palazzo Chigi. Una donna presidente del Consiglio. Peraltro il colpo può riuscire a Renzi, indicando profili già noti e, cosa ancora più importante, molto apprezzati dal Quirinale: Marta Cartabia o Luciana Lamorgese. L’ex presidente della Corte costituzionale condivide con Sergio Mattarella la cultura giuridica e i trascorsi alla Consulta. La stima reciproca è nota, data per scontata. E del resto non sarebbe proprio una sorpresa: il tam tam di Palazzo la accredita come una candidata autorevole a diventare la prima donna-premier. Cartabia si sta ritagliando una certa visibilità. E del resto proprio lei, nel corso della prima ondata, scandì: “La Costituzione non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali, e ciò per una scelta consapevole”. Parole che furono usate contro Conte sul massiccio ricorso ai Dpcm, quando il presidente del Consiglio era considerato un intoccabile.

Musica per le orecchie di Renzi, che in questa operazione cerca la sponda dei suoi ex sodali, i renziani rimasti nel Pd, a cominciare dal capogruppo al Senato, Andrea Marcucci. Anche se ufficialmente sono tutti allineati alla posizione del segretario, Nicola Zingaretti. Per il fondatore di Italia viva sarebbe un colpo di biliardo, che alimenterebbe le divisioni tra gli alleati-rivali dem. Per non parlare del Movimento 5 Stelle: l’estromissione di Conte sarebbe il big bang dei grillini. A quel punto Alessandro Di Battista può fare i bagagli con i suoi fedelissimi e cannoneggiare sugli ex compagni di viaggio. Indebolendoli ulteriormente.

Un finale rosa per Renzi

Ma non c’è solo Cartabia sul tavolo. Sì, perché Lamorgese è al Viminale “in quota Quirinale”. Mattarella, al momento della formazione del Conte 2, aveva chiesto un profilo tecnico al Ministero dell’Interno. Il suo nome per i dem è altrettanto difficile da rifiutare. Forse anche più appetibile rispetto a Cartabia. Ha vestito i panni dell’anti-Salvini, bacchettando i provvedimenti voluto dal suo predecessore al Viminale. Di sicuro non è etichettatile come un esponente del Pd, ma è assimilabile alle politiche dem in materia di immigrazione. “Faremmo fatica a salire sulle barricate per Conte con una dinamica del genere”, è il ragionamento che circola tra i dem. Cartabia o Lamorgese, che sia. C’è chi poi fa notare come Mattarella stia effettivamente vagliando tutte le soluzioni, senza concedere corsie preferenziali a Conte. “Ricordiamo che il mandato esplorativo a Fico ha un significato ben preciso”, ribadisce a IlGiornale.it un parlamentare dem, ossia “comprendere i reali margini di ricomposizione dell’alleanza". Anche al di là di Conte.

Così, mentre ci sono schermaglie sull’accordo di maggioranza per la formazione di un nuovo esecutivo giallorosa, Renzi medita un riscatto.

Che gli apporrebbe una stelletta al petto: il regista che portato la prima donna alla presidenza del Consiglio. “Sarebbe il finale perfetto per allontanare le polemiche sulla visita in Arabia Saudita, dove i diritti delle donne sono inesistenti”, chiosa una fonte di maggioranza.

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