«No slogan, no bandiere», per la riforma del processo penale Marta Cartabia offre dialogo e chiede di mettere da parte «richieste unilaterali» per cercare realmente un accordo.
Si rivolge, la ministra della Giustizia, a tutti gli «attori del processo», magistrati, avvocati, giuristi e, al webinar organizzato dall'Unione delle Camere Penali Italiane, dà il via ad un'ampia consultazione che dovrà portare ad un concreto progetto di riforma. La Guardasigilli incontrerà le Camere penali, l'Associazione nazionale magistrati, il Consiglio nazionale forense. Il titolo del confronto è «Di ragionevole durata soltanto se giusto» e la Cartabia commenta: «È la Costituzione a chiedere che il processo sia giusto e breve», come «i principi europei, specie quelli elaborati dalla Corte di Strasburgo».
Lo scandalo Palamara è il convitato di pietra all'incontro, perché la bufera sul sistema di accordi correntizi per le nomine al Csm e di ormai confessati intrecci di interessi tra giustizia e politica rende non più rinviabile un intervento legislativo.
«Mettere mano a una macchina tanto complessa e delicata - dice la Cartabia - come quella della riforme del processo penale richiede pacatezza, approfondimento, ragionamento, capacità di soppesare ogni proposta». Basta con le battaglie ideologiche o corporative, insiste, ma impegno per rendere il servizio giudiziario più efficiente e più giusto. Per la ministra «servono anzitutto importanti interventi organizzativi» e propone di partire dalle «tante buone prassi già in atto in molti uffici giudiziari». Dovrà occuparsene, spiega, il futuro capo dell'Ispettorato al ministero. Agli avvocati, che conoscono bene «vizi e virtù» del sistema, la Cartabia chiede di aiutare a «fare emergere il meglio della nostra giustizia, perché possa essere fonte di ispirazione per tutti».
Insieme a quella del processo penale e civile, la riforma del Csm è la più urgente, dopo il sottobosco rivelato da Luca Palamara e dalle sue chat.
Enrico Costa, ex di Forza Italia oggi responsabile Giustizia del partito di Carlo Calenda «Azione», annuncia di aver depositato alla Camera la proposta di legge «Spazzacorrenti», per un nuovo metodo di elezione dell'organo di auotogoverno delle toghe: «Prevede che lo scrutinio avvenga secondo il metodo del voto singolo trasferibile, che pone le basi su tre pilastri metodologici: a) gli elettori votano per le persone, non per le liste, dato il divieto di collegamento; b) possono ordinare liberamente le preferenze, anche in modo trasversale, votando per candidati di orientamento diverso; c) vengono eletti quelli che superano una certa quota di elezione, composta da prime preferenze o da prime preferenze combinate con le successive». Così, sottolinea Costa, si «privilegia la persona e la statura del candidato rispetto all'appartenenza alla corrente».
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