Cartelle, ipotesi rottamazione. Dossier sul tavolo a Palazzo Chigi

Slitta al 23 settembre il pagamento previsto il 31 luglio, si discute se estendere i benefici anche a chi ha saltato una o più rate e di quelle non riscosse nel 2023

Cartelle, ipotesi rottamazione. Dossier sul tavolo a Palazzo Chigi
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Pace fiscale, tregua d'agosto e conti in ordine. Venire incontro ai contribuenti è il mantra del viceministro dell'Economia Maurizio Leo ribadito nell'ultima intervista a questo quotidiano ma è necessario trovare più risorse per confermare la riduzione dell'Irpef anche nel 2025 (la manovra sembra scongiurata da un extragettito di 26 miliardi). Se ne dovrebbe discutere mercoledì alle 11 a Palazzo Chigi, nell'ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva.

Nei giorni scorsi l'Agenzia delle Entrate ha detto di aver congelato l'invio di cartelle e comunicazioni fino al 4 settembre («salvo specifiche situazioni di indifferibilità e urgenza»). Da qui lo slittamento di 45 giorni della scadenza della quinta rata della Rottamazione quater dal 31 luglio scorso al 15 settembre. Che però è domenica, quindi si slitta al 16. Con i cinque giorni di tolleranza si arriva al 21 (che è sabato) quindi si passa a lunedì 23 settembre. Un pasticcio, più che una proroga. «E perché non farlo per le altre scadenze?», si chiede Alberto Arrigoni.

Su questa strana proroga ruoterebbe l'escamotage a cui starebbero lavorando i tecnici del ministero dell'Economia: la remissione del pagamento si potrebbe estendere anche a chi non ha pagato o ha pagato in ritardo una o più rate. «Per ragioni di cassa e per evitare contenziosi», dicono dal ministero. Un contribuente in difficoltà economiche non paga, né le vecchie imposte né quelle future. Se salta una rata deve restituire tutto il pregresso, peraltro in un'unica soluzione e con tutto il carico degli oneri accessori (interessi, mora e sanzioni). È colpa di una formula con poche rate (18), troppo care soprattutto all'inizio (il 20% del debito nelle prime due rate) e in poco tempo, cinque anni. Consentire a chi ha saltato una o più rate di non perdere il beneficio se paga entro il 23 settembre (questa è l'ipotesi allo studio) significa far rientrare nella definizione agevolata i milioni di contribuenti (uno su tre) che hanno aderito poi non sono riusciti ad onorare il debito e si sono persi per strada. Come anticipa il Messaggero ai 200 milioni incassati al saldo della quarta rata del 31 maggio «mancherebbero almeno 100 altri milioni». In tutto ci sarebbero dodici miliardi in ballo, calcola il quotidiano romano.

«Sarebbe ora di sospendere la guerriglia fiscale fatta di intimazioni, ipoteche e pignoramenti ed estendere la Rottamazione anche a multe, Imu e Tari contro Comuni in ordine sparso», è l'invito dell'avvocato Claudio Defilippi, esperto di sovraindebitamento. L'esecutivo ha già deciso di rivedere il sistema di riscossione dal 2025, con l'obiettivo di archiviare per sempre la stagione delle cartelle arretrate - che valgono 1,204 miliardi di euro - ormai inesigibili al 94%. Alle cartelle rottamate insolute della quater si sono aggiunte quelle maturate nel 2023 Ed è qui che al ministero si sta giocando la partita più difficile. Allo studio ci sarebbe infatti un secondo provvedimento per allargare la Rottamazione quater anche alle cartelle non pagate del 2023 e ad oggi escluse dalla norma, senza pagare alcuna sanzione, con un provvedimento ad hoc inserito nel decreto Omnibus. «Bisogna considerare la possibilità non solo di azzerare sanzioni e interessi, ma anche di ridurre l'imposta dichiarata ma non versata», sottolinea Gianluca Timpone.

Secondo il professionista romano «le percentuali di riduzione dovrebbero essere in base alle pagelle fiscali Isa, visto che è già ritenuto affidabile per il concordato preventivo per le partite Iva», migliorato lo scorso 25 luglio con sconti allettanti per chi aderisce entro il 31 ottobre, anche perché le stime sono inferiori alle attese.

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