Un netto no ad un’ulteriore proroga del blocco degli sfratti è arrivato da Confedilizia, la Confederazione italiana proprietà edilizia. Secondo una nota diffusa dalla storica associazione divenuta punto di riferimento per tutti i proprietari di immobili non si può "negare all’infinito il diritto di proprietà" altrimenti, si fa notare, "migliaia di persone inizieranno a reagire come da tempo minacciano di fare, vale a dire smettendo anche loro - come lo Stato - di rispettare le regole, fiscali in primis".
La questione è seria e riguarda, in un modo o nell’altro, migliaia di italiani che hanno la sventura di aver affittato casa a inquilini che non pagano più l'affitto e che stanno subendo un sorta di esproprio del loro immobile ormai da oltre un anno a seguito proprio del blocco degli sfratti. L'ultima proroga, inserita dal governo Conte II nel decreto Milleproroghe tra Natale e Capodanno, ha spostato il termine dell'esproprio al 30 giugno 2021. Un duro colpo per quanti credevano di poter far valere i propri diritti. Con la nascita del nuovo esecutivo Draghi i proprietari si erano illusi che il loro incubo potesse avere fine. Ed invece, nessuna buona notizia. Dal ministro Marta Cartabia, infatti, è arrivata una inaspettata doccia gelata. È stata proprio l’esponente del governo a bloccare un emendamento concordato da una maggioranza trasversale che chiedeva il minimo sindacale, distinguere tra morosità antecedenti alla pandemia e quelle successive. Un modo da far ripartire almeno gli sfratti iniziati in epoca pre-Covid. Tutto è saltato. Secondo la Cartabia anticipare la scadenza del blocco degli sfratti avrebbe leso"la certezza dei rapporti giuridici", perché avrebbe costretto gli inquilini morosi ad affrontare l'esecuzione dello sfratto prima del previsto. Inoltre il ministro ha spiegato che avere gli inquilini morosi per tre mesi in più, pagando nel frattempo spese condominiali e Imu, "non è un sacrificio così eccessivo da richiedere questo cambio di orizzonte temporale che avrebbe potuto mettere in difficoltà diverse persone".
Confedelizia, però, non ci sta. Ed oggi ha fatto sentire la sua voce. "Secondo un'indiscrezione giornalistica, il governo sarebbe intenzionato a disporre un'ulteriore proroga del blocco degli sfratti, attualmente previsto fino al 30 giugno 2021 (quasi un anno e mezzo, finora). Non ci sono parole per descrivere tutto ciò: forse, semplicemente, nausea", ha dichiarato Giorgio Spaziani Testa, presidente dell’associazione in una nota in cui ricorda che "da un anno e mezzo, migliaia di famiglie di piccoli risparmiatori sono umiliate da governi che impediscono con noncuranza l'applicazione di provvedimenti con i quali i giudici hanno ordinato, spesso dopo anni di mancati pagamenti e di costoso contenzioso, la restituzione ai proprietari dei loro immobili".
Spaziani Testa è andato all’attacco del nuovo governo spiegando che l'esecutivo "dopo aver negato un mese fa l'anticipazione della fine del blocco proposta dall'intera maggioranza almeno per le morosità più datate e del tutto indipendenti dalla pandemia, vorrebbe addirittura prolungare questo periodo di sospensione del diritto (accompagnandolo, dice l'indiscrezione, con qualche spicciolo ad alcuni). È incredibile". Ma il presidente di Confedilizia non si dà per vinto tanto che auspica che su questa anticipazione si possano esprimere i partiti della maggioranza "a cominciare da quelli che fino a ieri hanno continuato a chiedere lo sblocco degli sfratti (Lega e Forza Italia). Forse (è l'unica spiegazione plausibile) non ci si rende conto della realtà - per conoscere la quale basterebbe leggere le testimonianze disperate dei proprietari pubblicate ogni giorno sul sito di Confedilizia - e dei rischi incombenti".
Infine Spaziani Testa ha sottolineato che se non sarà al più presto ripristinata “la tutela del diritto (costituzionale) di proprietà, migliaia di persone inizieranno a reagire come da tempo minacciano di fare,
vale a dire smettendo anche loro - come lo Stato - di rispettare le regole, fiscali in primis”. E di quanto potrebbe accadere, si è chiesto il numero uno di Confedilizia, “di chi sarà la responsabilità?”.
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