Casa, sogno impossibile per le famiglie

Secondo l'Ance, sono 10 milioni i nuclei che non riescono ad acquistare l'abitazione

Casa, sogno impossibile per le famiglie
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La casa di proprietà, simbolo della sicurezza economica e valore irrinunciabile per gli italiani, rischia di trasformarsi in un sogno irrealizzabile per circa 10 milioni di famiglie. È quanto emerge dall'Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili), che denuncia come il combinato disposto di perdita del potere d'acquisto, salari stagnanti, difficoltà nel risparmio e aumento dei prezzi delle abitazioni stia tagliando fuori una larga fascia della popolazione dal mercato immobiliare.

Secondo l'Ance, per le famiglie con un reddito fino a 24mila euro, acquistare una casa è ormai impossibile nelle grandi città. Milano, Roma e Napoli si confermano i centri urbani meno accessibili, seguite da città come Firenze e Venezia, dove anche un piccolo appartamento o un sottotetto sono diventati beni di lusso. L'Ufficio studi dell'associazione evidenzia come il peso dei mutui e degli affitti gravi sempre più sui bilanci familiari. Per il 20% delle famiglie meno abbienti, il mutuo assorbe oltre i due terzi del reddito disponibile, mentre gli affitti, nelle grandi città, rappresentano almeno il 50% del reddito per gran parte delle famiglie più vulnerabili.

Per affrontare la crisi abitativa, Ance e Confindustria hanno avanzato una proposta articolata in tre pilastri: semplificazioni urbanistiche e amministrative, incentivi fiscali e strumenti finanziari di garanzia per coinvolgere i privati nel settore. «Le difficoltà di accesso alla casa ha spiegato Federica Brancaccio, presidente dell'Ance non solo compromettono il benessere delle famiglie, ma limitano anche la mobilità lavorativa e le prospettive di sviluppo economico del Paese». Il Piano Casa che il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, aveva proposto all'inizio del suo mandato (e che il governo ha accolto in sede di legge di Bilancio) non è più quindi solo un'esigenza per favorire la mobilità dei lavoratori garantendo case in affitto a prezzi sostenibili, ma è un tema di portata nazionale. «Rafforzeremo le misure a sostegno delle politiche abitative», ha dichiarato il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, al termine del tavolo presieduto dal ministro Matteo Salvini (vedi articolo sotto). La legge di Bilancio prevede, infatti, risorse aggiuntive per l'edilizia residenziale pubblica, destinate alla riqualificazione di 80mila case popolari attualmente non utilizzabili. Per questo obiettivo sono stati stanziati 1,3 miliardi di euro, parte dei fondi del Pnrr.

Le difficoltà dell'edilizia residenziale si inseriscono all'interno di una congiuntura non certo favorevole per il settore delle costruzioni. Dopo l'espansione post-pandemia, il comparto sta rallentando. Nel 2024 gli investimenti in costruzioni hanno subito un calo del 5,3% rispetto all'anno precedente, e le previsioni per il 2025 parlano di una contrazione ulteriore del 7 per cento.

A compensare il calo dell'edilizia privata non basta più la crescita delle opere pubbliche, che hanno registrato un aumento del 21% nel 2024 e sono attese in crescita del 16% nel 2025, trainate dai fondi del Pnrr. Secondo l'Ance, circa il 54% della spesa per interventi Pnrr (pari a 32 miliardi di euro) riguarda il settore delle costruzioni, ma molti progetti erano già previsti prima del piano.

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