Camelia Mihailescu è romena, nata a Bucarest da un padre militare, ha due lauree: giurisprudenza e pedagogia. Con il generale hanno due figlie, una di dieci anni e una di dodici. È la moglie di Roberto Vannacci, che è anche deputato europeo. Lo difende su tutta la linea, ma ogni tanto lo prende anche amorevolmente in giro.
Quel libro di suo marito, «Il mondo al contrario», le ha cambiato la vita?
«Mi sono tenuta lontana dai media. Volevo proteggere le bambine. Certo sono cambiate tante cose. Soprattutto è cambiato il tempo che Roberto riesce a stare con noi».
La fama improvvisa di suo marito le ha dato fastidio o le ha fatto piacere?
«A me né l'uno né l'altro. A lui non ha dato fastidio, no, ma non mi pare che l'abbia cambiato. È rimasto la stessa persona».
Lei è rumena. Allora non è vero che il generale è xenofobo?
«Non è affatto xenofobo. Lo dicono le persone che non lo conoscono e che non hanno letto il suo libro, e magari fanno finta di averlo letto».
Non è razzista?
«Assolutamente no. Non ha nessun problema con nessuna persona, con nessun colore di pelle, con nessun orientamento politico, con nessuna tradizione».
Com'è il generale Vannacci, come uomo, come marito, come padre?
«Padre eccezionale. Lui fa i compiti di matematica con le bambine, gioca, fa persino shopping con loro, anche se odia lo shopping».
Per le bambine la fama del padre ha è cambiato qualcosa?
«No, è cambiato poco. La piccola però, che ha dieci anni, ogni tanto lo sgrida. Gli dice: Smettila di scrivere libri, che poi devi stare sempre fuori e non stai più con noi».
La piccola è ribelle?
«È una guerriera».
Quando vi siete conosciuti?
«Ci siamo conosciuti 23 anni fa all'Accademia militare di Bucarest. Io lavoravo lì».
Come è andata.
«La Romania stava entrando nella Nato. Lui è venuto ed è stato due anni in Romania. Un giorno si era scordato di riconsegnare dei documenti riservati che gli avevo fatto visionare. Io mi sono infuriata e ho minacciato di fare rapporto. Allora lui si è scusato e mi ha invitato a vedere una partita di tennis. Dopo il tennis, la pizza e poi è nato l'amore».
E quando le ha chiesto di sposarlo? È stata una richiesta romantica?
«Macché! Me lo ha chiesto in un centro commerciale».
Lui è un tipo autoritario?
«Assolutamente no. È molto flessibile».
In casa comanda lui e comandano le donne?
«La nostra è una famiglia matriarcale: siamo tre donne più la babysitter quattro. Chi vuole che comandi?».
C'è qualcosa su cui avete punti di vista divergenti?
«Tantissimi».
Me ne dica qualcuno
«Lui ama il mare, io la montagna. Io amo i musei, lui non li sopporta. Lui guarda sempre in tv l'economia, io mi rifiuto».
E come mediate?
«Viviamo con televisioni separate».
È stato mai un problema il suo lavoro da militare? Sempre all'estero, spesso in posti pericolosi
«No. Io conoscevo la vita militare. Mio padre era un militare. Anch'io volevo fare il militare ma mio padre si è opposto. Lui diceva che non è un mestiere adatto alle donne, che le donne devono occuparsi della famiglia».
Lei è affascinata dalla vita militare?
«Mi piacciono il rigore, la disciplina, le regole. Mi piace l'ordine».
Ha conosciuto Salvini?
«Sì, mi sembra una persona molto in gamba, simpatica, socievole».
Avete degli amici omosessuali?
«Amici che frequentiamo spesso, no. Però molti conoscenti. Il mio abito da sposa lo ha disegnato e tagliato un sarto omosessuale con cui siamo rimasti in ottimi rapporti».
Lei lavora?
«No. Ho rinunciato alla mia carriera e al mio lavoro per stare con le bambine».
Non crede che si possano fare le due cose insieme?
«Si può, si può. È una scelta. Io fatto la scelta di stare con loro».
Cosa sta succedendo in Romania?
«Un fatto senza precedenti. Una violazione orribile della democrazia Non riuscivo a credere. I giudici della Corte costituzionale romena sono nove. Quattro li ha nominati il Partito socialdemocratico, tre l'attuale presidente romeno. Così si spiega questa decisione assurda. Una cosa terribile. Peggio del comunismo».
Al generale manca la vita militare?
«Dopo tanti anni come potrebbe non mancargli».
A lei manca l'impegno militare del generale?
«Non è stato facile vivere quegli anni. Mi ricordo quando partiva all'improvviso, in missione segreta, e noi non sapevamo dove fosse».
Lei si ritiene femminista?
«Io dico: se mandi una donna a lavorare in miniera, o in cima a una gru, non fai una bella cosa. Ognuno di noi ha un ruolo nella società. Donne e uomini non sono la stessa cosa. Gli uomini, per esempio, fanno bene i lavori di fatica. Le donne no. Gli uomini però non sono bravi nei lavori di casa».
Differenza fra uomo e donna?
«La donna è multitasking. L'uomo sa fare solo una cosa alla volta».
Qual è il punto debole del generale Vannacci?
«Disordinatissimo».
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