La fronda dei grillini in rivolta: "Ma chi comanda davvero?"

Il M5S, tra chat roventi e correnti in fermento, vive un momento di continue turbolenze a causa di Davide Casaleggio, sempre più mal visto dai parlamentari grillini

La fronda dei grillini in rivolta: "Ma chi comanda davvero?"

Il M5S, tra chat roventi e correnti in fermento, vive un momento di continue turbolenze a causa di Davide Casaleggio, figlio del compianto co-fondatore, mal visto dai parlamentari grillini.

"Sono da sempre molto critica sul ruolo di Casaleggio e sulla reale funzionalità della piattaforma Rousseau. Penso che il MoVimento 5 Stelle abbia bisogno di chiarirsi le idee, a riguardo", dice a ilGiornale.it la deputata milanese Elisa Siragusa. La pentastellata, poi, chiarisce: "C’è un problema M5S nel M5S. Casaleggio, così come Di Maio, così come Crimi, sono solo capri espiatori di un generale senso di smarrimento e confusione. Io dopo due anni e mezzo non ho ancora capito chi comanda davvero e chi prende le decisioni. So solo che, come un mantra, viene sempre ripetuto ai parlamentari: 'Voi non siete il MoVimento 5 Stelle'". E sentenzia: "Non ho ancora capito chi è, il MoVimento 5 Stelle". In questi giorni, inoltre, ben 24 deputati della corrente 'Parole guerriere' hanno firmato una lettera rivolta al reggente Vito Crimi in cui chiedono la convocazione degli Stati Generali e che vengano evitate "ulteriori improvvise votazioni sulla 'Piattaforma Rousseau' che non siano precedute da un adeguato dibattito interno".

Lo smarrimento è evidente anche dalle numerose assenze che ieri hanno preceduto la votazione sul dl Semplificazioni che ha visto anche la contrarietà di un esponente di punta come Andrea Colletti. Il deputato romano ci spiega: "Non ho firmato nessuno di questi appelli perché sono impegnato nella campagna elettorale per il No al referendum, ma è vero che molti vogliono internalizzare dentro il M5s tutta la parte associativa e non esternalizzarla ad associazioni che non rispondono a nessuno all’interno del dibattito democratico". Molto più duro è, invece, il commento del senatore Emanuele Dessì che dice: "A me interessa che l’Associazione Rousseau non sia prevalente rispetto al M5S, anzi dovrebbe essere proprio il contrario" e, poi, parte all'attacco del presidente di tale assocciazione: "Il problema è capire quale ruolo debba avere Casaleggio all’interno del M5S.

Anche in passato, c’è sempre stato un personaggio che vagava attorno ai partiti senza avere dei contorni ben definiti e di cui si diceva che potesse, in qualche modo, influenzare o insidiare o condizionare la vita dei partiti stessi. Nel caso del M5S, questa persona si chiama Davide Casaleggio". Secondo Dessì "è democraticamente corretto dare dei giusti contorni al lavoro e all’operato di questa persona con un contratto di servizio ben delineato, ma tale contratto deve essere fatto da una dirigenza politicamente legittimata che, al moment,o non abbiamo perché Vito Crimi è un reggente che sarebbe dovuto restare solo 30 giorni". Di diverso avviso, invece, è il deputato Pino Cabras che considera Casaleggio "una memoria storica e un'opportunità, non un problema".

Il grillino sardo avverte: "Non scaricherei su Casaleggio la contraddizione che deriva dal fatto che il M5S ha il peso di un partito ma non l'organizzazione di un partito. Servirà perciò cambiare modello di organizzazione, ma credo che per farlo devono unirsi i migliori carismi a disposizione senza sprecarne, inclusa l'esperienza di Casaleggio".

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