La principale sede di Casapound sarebbe stata sottoposta ad un provvedimento di sgombero, che risulterebbe anche essere stato notificato. La notizia era stata data per certa in un primo momento, ma qualche presa di posizione arrivata poco fa suggerisce come sia meglio attendere prima di dare tutto per fatto.
Il palazzo al centro della disposizione ventilata, intanto, è quello sito in via Napoleone III, in prossimità della stazione Termini di Roma. L'annuncio - come specificato- è stato dato in serata. Il primo commento ufficiale non è arrivato dalle istituzioni del Campidoglio, ma da un membro di peso dell'esecutivo giallorosso: il vice-ministro dell'Economia Castelli, che appartiene al MoVimento 5 Stelle, ha commentato positivamente la presunta novità, scrivendo su Twitter che così "finalmente si ristabilisce la legalità". Un passaggio centrale di questa vicenda è datato gennaio del 2019. Poi, ogni tanto, si sono rincorse delle voci sull'imminenza di uno sgombero. Oggi invece sembrerebbe il giorno in cui la decisione diviene effettiva.
Nel frattempo, stando a quanto riportato dall'Adnkronos, le forze dell'ordine avrebbero già fatto presente l'ordine a Casapound. Le persone che si trovano all'interno nel palazzo si troverebbero dunque nella condizione di dover abbandonare il luogo che è stato occupato all'inizio del 2000. Un altro commento sulla falsa riga degli altri è arrivato da un altro esponente del centrosinistra, Stefano Pedica, che nel recente ha anche tentato la corsa alle primarie per la candidatura di primo cittadino della capitale: "Speriamo che sia veramente la volta buona. Ricordo solo che l'occupazione dell'immobile di via Napoleone III, nel quartiere Esquilino a Roma, ha causato in 16 anni un danno alle casse dello Stato che sfiora i 5 milioni di euro", ha dichiarato il politico iscritto al Partito Democratico, secondo quanto ripercorre l'agenzia Nova.
Si tratta dunque di una notifica ufficiale? I contrari all'occupazione, e dunque i favorevoli allo sgombero, tendono ad interpretare con favore una mossa del genere. Tra le disamine, non poteva mancare quella del sindaco pentastellato Virginia Raggi, che in passato ha domandato al governo di procedere nel senso che questa vicenda sembra aver intrapreso oggi: "Finalmente qualcosa si muove su sgombero palazzo occupato abusivamente da Casapound in centro a Roma. Ripristiniamo la legalità". La posizione della Raggi è nota. E oggi il primo cittadino di Roma ha voluto usare Twitter per ribadirla.
Vedremo cosa accadrà nel corso delle prossime ore. Vale la pena rimarcare anche quanto ripercorso da IlMessaggero: il riferimento di Roma per Casapound, ossia Davide Di Stefano, ha parlato di un semplice "incontro sulla richiesta di sgombero". La partita, insomma, potrebbe essere ancora lunga. La Raggi ha del resto detto che "qualcosa si muove", appunto, non dando annunci sull'imminenza dell'esecuzione del provvedimento. E infatti nel corso della serata, sono emersi ulteriori particolari. In particolare, secondo quanto ripercorso da Repubblica, la questura romana ha negato la sussistenza di un atto di sgombero.
Riassumendo: Casapound parla di un banale summit; il centrosinistra esulta per la notifica dello sgombero; la questura della capitale non conferma nessuna delle due precedenti versioni.In principio della "fase 3", l'Italia riapre occupandosi di quello che, a tutti gli effetti, ha assunto le fattezze di un vero e proprio giallo.
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