"Il sindaco sapeva tutto. È vero che la richiesta per avere gli spazi è stata presentata dall'associazione sportiva 'La Focosa', ma il presidente di tale associazione è il responsabile regionale di Casapound. Il sindaco non può far finta di non sapere. A meno che il Comune non ammetta di concedere autorizzazioni senza fare alcun controllo". Simone Di Stefano, vicepresidente di Casapound, intervistato da Lettera43, accusa il sindaco di Castano Primo, il paesino nel milanese dove si è svolto l'ottavo raduno nazionale del suo movimento, di mala fede. Sapeva cosa stava autorizzando e poco importa se a chiedere l'autorizzazione non sono stati i vertici stessi del movimento: "Mica tutte le Feste dell'Unità le chiede il Partito democratico. Le richieste arrivano dall'Arci, dalle associazioni correlate che sono attive sul territorio. Noi abbiamo fatto la stessa cosa".
Polemiche a parte, Di Stefano è concentrato sulla crescita del movimento: "È vero, le nostre percentuali elettorali sono scarse. Ma solo perché il sottoscritto, e altri responsabili di Casapound, in televisione non passano. Se ci dessero il tempo concesso alla Meloni o a Salvini, i nostri risultati sarebbero molto più alti". Ed è proprio il rapporto con il leader della Lega Nord a tenere banco a partite dalle prossime amministrative, sapendo che "bisogna ricercare una coalizione che sia la più ampia possibile, andare da soli può risultare inutile" senza però dar vita a "carrozzoni fatti a prescindere, solo per battere l'avversario". "Casapound, - spiega Di Stefano - prima di fare un gruppo per amministrare insieme una città, vuole sapere quali sono le posizioni. Sui centri d'accoglienza, sulle case popolari, sui servizi sociali. Tutta una serie di punti che chi vuole allearsi con noi dovrà chiarire".
Per le future elezioni politiche, invece, Di Stefano si augura che "entri effettivamente in vigore la nuova legge di Renzi, l'Italicum, così com'è. E che costringa noi, la Lega, e chi ci vuole stare, a creare un grande soggetto identitario fuori dal centrodestra" che rompa la classica alleanza Forza Italia-Lega. "Noi - ribadisce il vicepresidente di Casapound - speriamo veramente di costruire un soggetto nuovo, unitario, con una lista unica. Questo richiede la nuova legge elettorale. Finché non entra in vigore quella, tutti ancora mantengono la vecchia mentalità". Di Stefano critica fortemente il ruolo di fare opposizione dell'ex premier Silvio Berlusconi ma ammette che "ha fatto bene ad andare in Crimea con Putin. Quella era l'unica cosa veramente apprezzabile dei suoi governi. Guardare a Est e mantenere una linea filorussa. Una cosa a cui noi teniamo, e apprezziamo il fatto che anche Salvini sia d'accordo". Un nemico comune è, invece, la Germania della Merkel "che mette sul mercato tutto il debito pubblico italiano, per far salire lo spread a 700 e costringere Berlusconi alle dimissioni", prosegue Di Stefano sottolineando anche l'impossibilità di un'alleanza con Berlusconi senza una netta opposizione all'Ue e all'euro da parte di Berlusconi. "Il no all'euro e lo stop all'immigrazione - precisa l'esponente di Casapound - sono condizioni fondamentali per noi. Ad oggi solo con la Lega abbiamo in comune questo tipo di mentalità. È l'interlocutore privilegiato e abbiamo già fatto dei percorsi insieme. Le manifestazioni di Milano e Roma, per esempio, oppure alcune consultazioni elettorali", come nel caso dell'appoggio a Borghezio alle Europee.
Di Stefano, perciò, non esclude nemmeno una sua candidatura all'interno delle liste della Lega. "Sono sicuro che -dice - prenderei consensi che sono tutti 'miei', cioè provenienti da Casapound; ma sarei in grado di attirarne anche da leghisti che preferiscono votare le mie posizioni sull'immigrazione, per esempio", ma "in generale, ritengo che Casapound possa attrarre consensi dai sostenitori di Salvini, che possono preferire noi ai leghisti della prima ora o ad altri personaggi". È finita quindi l'era dialogo con i Cinquestelle per colpa delle nuove leve che si dichiarano antifasciste sebbene sia il padre di Luigi Di Maio sia quello di Alessandro Di Battista fossero iscritti al Movimento Sociale: "Facessero pace con quello che sono, - spiega Di Stefano - devono accettare questa componente. Il Movimento 5 stelle ha ancora un 5-10% del suo elettorato che si considera di destra. Ed è una componente che cozza sempre di più con quell'altra, di sinistra e anche di estrema sinistra. Adesso Di Maio, presentato come nuovo leader, spero abbia delle cose da dire". Di Stefano, infine, definisce Casapound una forza laica e giudica la Chiesa italiana "un'entità religiosa che fa soprattutto politica. Papa Francesco sta facendo politica" e per la questione migratoria propone un intervento militare in Libia e la creazione di un corridoio umanitario che venga gestito direttamente dall'Italia.
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