"Se la crisi finisce così, Renzi ne esce rafforzato al di là dei suoi meriti"

Casini critica duramente il premier per gli errori commessi nel corso della crisi di governo. Anche se si dovessero trovare i numeri per una nuova maggioranza i problemi per il governo continueranno

"Se la crisi finisce così, Renzi ne esce rafforzato al di là dei suoi meriti"

Conte ter, governo di larghe intese o voto anticipato. Tanti sono ancora i dubbi sulla crisi di governo innescata dallo strappo di Italia viva e successivamente certificata dalle dimissioni del premier. La prossima settimana, al termine dell’incarico esplorativo assegnato al presidente della Camera Roberto Fico, il quadro politico potrebbe essere decisamente più chiaro. Difficile individuare vincitori e vinti in questa fase. Eppure c’è chi ha provato a sbilanciarsi."Se la crisi finisce così, Renzi ne esce rafforzato al di là dei suoi meriti", è il pensiero di Pier Ferdinando Casini, senatore del Gruppo per le Autonomie. Nel corso della trasmissione L'Ospite su SkyTg24, il parlamentare ha spiegato in modo pungente che Renzi "è stato assistito dalla dea fortuna e la fortuna di Renzi è stato Conte, che si è messo a cercare i responsabili”.

Casini, infatti, sostiene che il presidente del Consiglio ha commesso un grave errore nell’insistere a voler cercare a tutti i costi i numeri per restare in sella. Una mossa che gli si è ritorta contro. "Se Conte non fosse stato mal consigliato sui responsabili e non si fosse avventurato in questa ricerca frenetica, che lo ha ridicolizzato, vedi il caso Vitali, Renzi oggi sarebbe più debole e probabilmente avrebbe avuto molti più dissensi dentro Iv", ha affermato il senatore centrista che ha sottolineato come "la mancata gestione intelligente della crisi ha rimesso al centro" dello scacchiere politico l’ex rottamatore. “Gli errori di Conte- ha proseguito- hanno intronizzato Renzi".

Per l’ex presidente della Camera il premier non doveva perdere tempo dopo lo stappo di Italia Viva:"Se fosse salito subito al Colle avremmo evitato tutto questo". Il senatore ha spiegato che ricercare una maggioranza in Parlamento “é assolutamente lecito ma è politicamente sbagliato" in quanto davanti a una crisi come questa "sostituire l'aritmetica alla politica è stato un errore". In altre parole, il tentativo fatto da Conte di trovare una pattuglia di "responsabili" è stato un azzardo che ora il premier sta pagando.

I fondi europei

La situazione politica non è semplice. E tutto è aggravato dall’emergenza sanitaria e dalla crisi economica. Per il senatore, Conte ha fatto il possibile e "con decoro ha cercato di affrontare la situazione peggiore del dopoguerra. L'economia è in ginocchio, i giovani sono esasperati, la scuola è in uno stato terrificante". I risultati, però, sono altalenanti. Casini ha ammesso che nella prima fase il premier ha agito "abbastanza bene, nella seconda si è perso". Al centro della discussione vo è anche il tema del Recovery fund che non pochi problemi ha creato alla maggioranza. Il parlamentare centrista ha ammesso che “la prima versione era inaccettabile, oggi è migliorato”. "Le critiche di Renzi al Recovery fund- ha proseguito- sono le stesse di sindacati e Confindustria, Conte doveva ascoltarlo”.

Non manca un’altra polemica sul tema del Mes. Lo stesso Casini, infatti, ha lanciato un affondo contro i penstastellati contrati a questi fondi: "Il no al Mes è un condizionamento ideologico del M5s. Si deve cambiare sul Mes e sulle pregiudiziali verso altri partiti". "Se dopo aver perso 20 giorni in questa crisi, ricominciamo a discutere il giorno dopo e non ci sono idee chiare sul Mes, sul Recovery fund e così via, allora dopo il danno arriverà la beffa", ha poi aggiunto Casini.

Per quest’ultimo il tema dei fondi europei resta fondamentale. Il senatore si chiede se questi soldi saranno spesi efficacemente senza gravare come debito "sui nostri figli disperdendosi in mille rivoli". "Stiamo indebitando i nostri figli - ha spiegato - se li indebitiamo perché l'Italia si rimetta in moto, forse è un debito buono, come dice Draghi. Se invece il debito è cattivo perché disperdiamo i soldi per qualche assistenza di qua e di là, anche rispettabile ma fare assistenza non è investimento produttivo, allora non va bene".

Il futuro di Conte

Per Conte restare a Palazzo Chigi sembra complicato. Ma nulla è perduto, almeno secondo l’ex presidente della Camera. Quest’ultimo ha spiegato che sei il premier "persevera a sbagliare è diabolico e allora non riuscirà a fare il governo. Se smette di sbagliare allora riuscirà a fare il governo, e mi sembra che abbia già smesso di sbagliare, nel senso che ha finito questa caccia ridicola ai responsabili che ha mortificato il governo e ha anche mortificato quel mondo centrista, che è una cosa seria e che non può essere allineato a questa sorta di rincorsa frenetica".

Anche se si riusciranno a trovare i numeri per una nuova maggioranza i problemi non saranno finiti. Casini ipotizza che si verificheranno ulteriori grattacapi quando si passerà alla formazione della squadra di governo "perché ci sono molte aspirazioni".

Il senatore centrista non vuole fare nomi ma evidenzia che alcuni ministri debbano essere cambiati "altrimenti rischiamo di ritrovarci tra qualche settimana nella condizioni in cui siamo adesso".

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