Era il 7 novembre quando i Giovani Democratici di Bologna, costola giovanile del Pd, vergavano un convinto post in sostegno di Liliana Segre. "Non abbiamo dubbi su da che parte stare", scrivevano. Sono contro chi "odia, insulta e discrimina". Tutto giusto. Chissà come reagiranno, però, nel sapere che anche uno dei loro esponenti condivideva post di dubbio gusto su donne ed ebrei.
Il militante in questione si chiama Italo Pomes, tarantino di nascita che vive e studia sotto le due torri. Non è un volto qualunque. Fresco di elezione al Senato accademico dell'Alma Mater Studiorum, a luglio è pure entrato a far parte della nuova segreteria dei giovani dem bolognesi (delega all'Università). Scorrendo il suo profilo Instagram, emergono due fotografie curiose. La prima risale al 2012, quando pubblica lo scatto di una maglietta che molti definirebbero maschilista: "La mia donna ideale? - si legge - La donna Ikea: costa poco, la porti a casa subito e la monti in 5 minuti". Il secondo post, invece, è del 2013: nella foto si vede una cancellata con la stella di David, corredata da un sibillino "Sede ufficiale AS Roma m...". Il messaggio, tradotto dal gergo del tifo calcistico, dovrebbe offendere i romanisti. Vi ricordate il caso della figurina di Anna Frank? I tifosi laziali ne attaccarono una all'Olimpico con la maglietta degli odiati cugini. Esplose un putiferio e la notizia fece il giro del mondo. Il post di Pomes è analogo, perché usa gli stessi stereotipi. Ci sarà pari indignazione?
Vedremo. Di certo ieri, mentre gli antagonisti lanciavano bottiglie sulla polizia, i giovani dem elogiavano la Bologna delle "6mila sardine" anti-Salvini. Tutti contro la "retorica populista" e la "prepotenza" della Lega. Viene allora da chiedersi: in tempi di Commissione Segre, che sapore hanno per il Pd i post del giovane dem? È davvero solo a destra che cresce l'antisemitismo? Contattato al telefono, Pomes resta "a bocca aperta". Non ricorda di averli condivisi: "Sono una persona molto di sinistra, contrario ad ogni tipo di sessismo o odio razziale". Però i post ci sono. Instagram non mente. "L'antisemitismo va affrontato e combattuto - ribatte lo studente - Non c'è nessuna ambiguità, non scherziamo su certe cose". Ecco, non scherziamo.
Eppure nel maggio del 2015 Pomes lanciava un meme con l'immagine del film "Il bambino con il pigiama a righe", un Bic Mac e la scritta, in romanesco, "Passami pure il panino che gli do una scaldata al forno". Quello crematorio. "Sono vergognosi", si scusa ora il giovane dem che cancellerà quei post. "Una persona intelligente - ammette - non avrebbe mai fatto una roba del genere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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