Le motivazioni della sentenza del tribunale di Catania sul caso Gregoretti parlano chiaro: Matteo Salvini agì senza secondi fini e non vi fu sequestro di persona.
Il gup Nunzio Sarpietro, nelle 122 pagine delle motivazioni, illustra bene le ragioni della formula «il fatto non sussiste», adottata «perché l'imputato ha agito non contra ius bensì in aderenza alle previsioni normative primarie e secondarie dettate nel caso di specie. Allo stesso - prosegue il giudice - non può essere addebitata alcuna condotta finalizzata a sequestrare i migranti per un lasso di tempo giuridicamente apprezzabile».
Il leader della Lega, come si ricorderà, era imputato per sequestro di persona perché accusato di aver ritardato lo sbarco, nel luglio 2019, di 131 migranti dalla nave della Guardia costiera italiana «Bruno Gregoretti», in attesa di fronte al porto di Augusta.
Per il gup, la formula assolutoria «appare più favorevole all'imputato rispetto a quella invocata dalla difesa di ritenere il fatto come discriminato ai sensi dell'articolo 51 del codice penale, in quanto l'imputato avrebbe agito nell'esercizio di un diritto o comunque nell'adempimento di un dovere. Infatti la ricorrenza di una causa di giustificazione richiederebbe pur tuttavia la integrazione dell'elemento materiale del reato ad avviso del giudice non configurabile».
Nelle motivazioni si prosegue dicendo che «la stessa ministra Lamorgese (che fu ascoltata come persona informata sui fatti ndr) ha ricordato come, rivendicandolo come un risultato di particolare successo, la firma dell'accordo di Malta, di settembre 2019, con il quale si prevedeva il ricollocamento dei naufraghi soccorsi in mare tra i diversi Stati europei, seppure su base volontaria, prima che avvenisse lo sbarco». Tutto il governo «aveva intrapreso questa linea politica», seppur successivamente. Trattandosi però quasi dell'esecutivo precedente (fatta eccezione per la parte leghista), va da sé che pentastellati e dem, che fecero di tutto per far giudicare Salvini dal tribunale dei ministri, in realtà condividevano politicamente una linea che era prevista dal precedente accordo di governo.
L'ex ministro dell'Interno ha commentato il contenuto delle motivazioni: «Dopo tanti insulti, invenzioni, intercettazioni alla Palamara e attacchi politici di ogni genere, vedere riconosciuta, nero su bianco, la correttezza del mio operato alla guida del Viminale è fonte di grande soddisfazione. Purtroppo a settembre, per un caso analogo (riguardante la Ong spagnola Open Arms), sarò a processo a Palermo - tiene a dire - accusato di sequestro di persona, fino a 15 anni di carcere la pena prevista».
Chiarisce quindi: «Credo di aver dimostrato concretamente da ministro dell'Interno cosa si possa ottenere dell'immigrazione clandestina a difesa dell'Italia».
Anche l'avvocato Giulia Bongiorno, che ha difeso il leghista al processo, ha detto la sua: «Non ci sono margini di dubbio sull'operato di Matteo Salvini.
Gli argomenti della sentenza che, come richiesto fermamente in via principale dalla difesa, escludono con la formula più ampia la sussistenza dell'ipotesi accusatoria avanzata a carico del senatore Salvini, proprio perché analizzano globalmente la linea sul controllo dei flussi migratori del governo Conte I, passando in rassegna plurimi sbarchi di migranti sulle nostre coste, avranno inevitabilmente ricadute sul procedimento sul caso Open Arms pendente a Palermo».
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