Caso Gregoretti, Salvini: ''Io e Trump bersagli della sinistra che usa giudici per il potere''

Le parole di Matteo Salvini sono incluse in un lungo articolo del Nyt nel quale il giornale americano analizza la fase politica che sta attraversando il leader della Lega

Caso Gregoretti, Salvini: ''Io e Trump bersagli della sinistra che usa giudici per il potere''

Dalle colonne del 'New York Times' Matteo Salvini lancia un duro attacco contro la sinistra italiana ed americana accomunate, secondo il leader della Lega, dal desiderio di prendere il potere in ogni modo, anche senza passare per le elezioni.

"Vedo le somiglianze di una sinistra che prova a vincere con mezzi giudiziari quello che non può ottenere con mezzi democratici", ha detto l’ex ministro dell’Interno nell’intervista il giorno dell'assoluzione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump dall'impeachment per abuso di potere. Nel lungo articolo viene analizzato il momento vissuto da Matteo Salvini, riportando anche alcune frasi pronunciate in un colloquio con l’autore del servizio nello studio del leader leghista al Senato,

Salvini, come riporta il quotidiano, in sostanza nota delle affinità tra le vicende del presidente americano e le inchieste che lo riguardano. Il riferimento è al caso Gregoretti. Il giornale statunitense evidenzia come il prossimo 12 febbraio il Senato si esprimerà sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro il leader leghista che rischia il processo con l'accusa di sequestro di persona in relazione alla vicenda dei migranti a bordo della nave militare.

"In un altro paese, ciò potrebbe comportare problemi per un politico", rimarca il Nyt, notando che a poche settimane dalla sconfitta in Emilia-Romagna che ha "mandato all'aria il suo tentativo di tornare al potere", questo voto è per il segretario una "zattera di salvataggio politico" in quanto “il potenziale procedimento giudiziario ha involontariamente riproposto la migrazione come un problema, nonostante solo una manciata di arrivi in Italia".

Al giornale, che lo definisce un "esperto di vittimismo politico", Salvini contro-ribatte affermando che "l'immigrazione sicuramente non è un tema che mi preoccupa". Lo stesso ex ministro ha aggiunto che "qui ogni mese inviano una richiesta di processo sull'immigrazione" e ha puntato il dito contro quelli che considera magistrati orientati ideologicamente e spinti ad agire da chi è determinato a fermare la sua ascesa ai vertici della politica italiana.

Nella denuncia della "persecuzione" dei giudici nei suoi confronti, ha rilanciato il Nyt, "Salvini ha pochi pari" e ha "ripreso da dove Silvio Berlusconi aveva interrotto". Il quotidiano, ricordando la recente sconfitta elettorale in Emilia-Romagna (senza però considerare che la Regione è da sempre una roccaforte rossa), ha sostenuto che"l'uomo che poche settimane fa aveva tanta fretta di far cadere il governo ora sembra rassegnato al fatto di dover giocare una lunga partita". Nel parlare del suo possibile ritorno al governo, infatti, Salvini ha esclamato: "Non c'è fretta!".

Il leader leghista non si è scomposto ed è passato all’attacco criticando chi lo ha accostato a politici nazionalisti e populisti come Le Pen e Orban basandosi esclusivamente sulla condivisa azione di contrato all'immigrazione. Questo concetto è stato "probabilmente è stata una visione riduttiva" che in qualche modo lo ha danneggiato.

Salvini si sofferma anche sull’incontro privato avuto con Viktor Orban, in cui i due si sono''confrontati su possibili scenari di collaborazione''.

Su questo e altro, il leader della Lega si soffermerà giovedì 13 febbraio, nel corso di una conferenza nella sede della stampa estera a Roma. Ma la mossa viene vista dal Nyt come un’azione per''darsi un profilo internazionale come bersaglio di persecuzione politica in stile Trump''.

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