Caso Siri, ira di Salvini sui 5S: "Tappatevi la bocca, è l'ultimo avviso"

Scontro nel governo. Il M5S attacca il ministro: "Tiri fuori le palle e faccia dimettere Siri". Ma Salvini dà l'ultimatum

Caso Siri, ira di Salvini sui 5S: "Tappatevi la bocca, è l'ultimo avviso"

Tira una brutta aria nel governo. Inutile nasconderlo. Il caso Siri, ma non solo, sta terremotando l'alleanza tra Lega e M5S. Lo dimostra la "guerra" di ieri tra Viminale e Difesa. E lo dimostrano gli attacchi continui dei grillini nei confronti del leader del Carroccio.

L'ultimo affondo arriva in giornata da Luigi Di Maio. Il Movimento spera di arrivare al prossimo Cdm con le dimissioni di Siri già in tasca, senza dunque essere costretti alla conta dei voti in Consiglio. Conte vorrebbe evitarlo, e lo ha detto chiaramente. Ma Salvini non sembra intenzionato a fare passi indietro. "La Lega - dice il vicepremier grillino - non si assuma la responsabilità di arrivare al voto in Consiglio dei ministri". Ma il collega di governo replica: "Sono abituato a non abbandonare mai gli uomini con cui si è fatto un pezzo di strada insieme, nel bene e nel male, e questo vale a livello anche livello nazionale". Dunque, nulla di fatto. Anzi.

I toni sembrano inasprirsi giorno dopo giorno. I Cinque Stelle accusano Salvini di non essere coerente, tanto da ricordagli quanto disse in occasione dell'indagine a carico di un altro sottosegretario ai Trasporti, ma del governo Renzi, Simona Vicari. Quando lei lasciò l'incarico dopo una indagine per corruzione (proprio come Siri, che è sotto inchiesta per una vicenda legata all'eolico), il leghista disse che "le dimissioni del sottosegretario non mi soddisfano, non basta chiedere scusa e dimettersi". Oggi, invece, difende il suo braccio destro.

Per questo, in un post sul 'Blog delle Stelle', senza molti fronzoli, viene chiesto al Carroccio di "tirar fuori le palle". Espressione che non è piaciuta per niente a Salvini, molto irritato con i grillini. La cura "zen" che sta facendo da giorni sembra ormai perdere efficacia ("non voglio ascoltare più le critiche, le bugie e gli insulti di qualcuno che dovrebbe essere mio alleato") e così oggi il leghista si è lasciato andare ad un duro sfogo di fronte alle telecamere: "Gli amici dell'M5s pesino le parole. Se dall'opposizione insulti e critiche sono ovvie, da chi dovrebbe essere alleato no. La mia parola è una e questo governo va avanti cinque anni, basta che la smettano di chiacchierare. Mi dicono 'tiri fuori le palle'? Ricevo buste con proiettili per il mio impegno contro la mafia. A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l'ultimo avviso".

Un ultimatum, insomma. Cui però Di Maio risponde a stretto giro dagli studi di La7: "La politica non può trascinare il Paese in questo dibattito. Io non mollo su questa questione, è una questione di coerenza", dice a 'Non è l'arena' su La7. "Una persona che getta un'ombra sul governo deve mettersi in panchina altrimenti mentiamo ai cittadini. Non è una questione ideologica".

Per il grillino quindi Siri dovrebbe fare "un passo indietro" e le richieste dei Cinque Stelle sarebbero un legittimo "atto politico". "La fiducia in Salvini e Conte è rimasta inalterata, non credo si stiano incrinando i rapporti", assicura. Ma gli scontri quotidiani dicono altro.

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