Caso Toti, i soci di Spinelli negano plusvalenze dal rinnovo sul porto

Il teste di Icon smonta la tesi dell'accusa sui guadagni a breve dalla concessione

Caso Toti, i soci di Spinelli negano plusvalenze dal rinnovo sul porto
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C'è un passaggio nel verbale di uno dei testimoni sentiti dalla Procura di Genova, che racconta una versione diversa rispetto a quella sin qui emersa su uno dei nodi centrali dell'inchiesta ligure. Ed è quello sull'ormai noto rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse del porto di Genova all'imprenditore Aldo Spinelli. Secondo i pm, sarebbe il cuore del presunto do ut des della corruzione contestata al governatore Giovanni Toti. Per l'accusa il presidente si sarebbe speso per fare ottenere quella proroga a Spinelli in cambio di finanziamenti elettorali, tutti trasparenti, ai suoi comitati. Un nesso che Toti ha negato, sostenendo che quella proroga fosse di interesse pubblico per la Regione e per il porto di Genova. Non solo, secondo i pm Spinelli ci avrebbe guadagnato perché il rinnovo della concessione avrebbe valorizzato la sua società sul mercato, e dunque, ci sarebbe stato anche un intento speculativo. Non secondo quanto sembra aver spiegato ai magistrati Ivana Semeraro del fondo Icon, all'epoca socio del gruppo Spinelli, e sentita come persona informata sui fatti. «Non sapevo che Aldo Spinelli si fosse rivolto al governatore per risolvere i problemi legati alla proroga del terminal Rinfuse», si legge nel verbale. Quando i pm le chiedono se in quel momento la proroga avesse accresciuto il valore della azienda, precisa: «In termini di potenziale futuro sì, ma non nell'immediato e non nel breve termine. Il lungo termine aumentava il potenziale e specialmente a seguito della realizzazione della diga foranea. Nel breve e nel medio termine non cambiava il valore della società perché le rinfuse rappresentano un business poco profittevole e di dimensione limitata rispetto alle attività del Gruppo Spinelli, quantificabile in circa il 5-6 per cento del margine operativo del Gruppo. La famiglia Spinelli aveva informato il linee generali di una prospettiva futura che prevedeva di diversificare l'operatività del compendio delle rinfuse in un'area in cui si sarebbe potuto accrescere il traffico destinato ai containers».

Una versione diversa anche sulla presunta plusvalenza finita sotto il faro dei pm, ottenuta a seguito della cessione di alcune quote societarie di Spinelli che di Icon ad Hapag Lloyd (sia Fondo Icon sia Hapag sono estranei all'indagine): «La plusvalenza ottenuta dalla vendita è stata influenzata in minima parte dal rinnovo della concessione - spiega Semeraro -, in quanto rappresentava un potenziale a lungo termine non ancora espresso nel business plan che contemplava una previsione a circa cinque anni».

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