Slitta di alcuni giorni (almeno al 25) la riapertura dell'aeroporto di Catania, dopo l'incendio del 16 luglio nel terminal A. Operai da al lavoro senza sosta, ma ci vuole tempo per ripristinare lo scalo. Nel frattempo si cercano soluzioni per attenuare i disagi di chi viaggia. In soccorso è arrivato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a cui si era rivolto il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, al fine di convogliare il traffico aereo sul vicino aeroporto militare di Sigonella già utilizzato in passato, quando lo scalo etneo era stato reso inagibile da una pioggia di cenere vulcanica dell'Etna. Le tempistiche per la riapertura, però, sono ancora da definire, anche perché prima che sia utilizzato l'aeroporto militare di Sigonella, si dovranno risolvere alcune difficoltà organizzative legate ad esempio ai check-in e agli imbarchi che vanno comunque effettuati dall'aeroporto Fontanarossa. In merito, ieri pomeriggio si è svolto un vertice in prefettura a Catania per discutere delle possibili alternative allo scalo Bellini, che, nel frattempo, sta registrando un incremento dei voli dal terminal C. L'inchiesta disposta dalla procura di Catania per ricostruire la dinamica del rogo è volta anche ad accertare se il piano antincendio abbia funzionato. L'aeroporto ha messo a disposizione dei passeggeri dei pullman per raggiungere altri scali siciliani, ma i posti sono contesi e chi non ci arriva deve ulteriormente prolungare l'attesa che pare un'agonia.
Anche lo scalo di Palermo Falcone e Borsellino ha accolto ieri alcuni arrivi e partenze (50 in tutto), quasi totalmente di tratte internazionali. I passeggeri in partenza da Fontanarossa sono migliaia. Le compagnie aeree li stanno contattando per comunicare la cancellazione del volo o la partenza da altro scalo.
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