Un copione che si ripete. Senza grandi variazioni. Il governo si salva per un voto in Commissione finanze della Camera. Come accaduto una settimana fa. Sempre su un emendamento della legge delega sulla riforma fiscale. E sempre grazie al ritiro di una firma. La settimana scorsa a ritirare la firma è stato Maurizio Lupi (Noi con l'Italia). Il suo nome figurava in calce a un emendamento soppressivo dell'articolo 6 della legge che riguarda la riforma degli estimi catastali. Questa volta a ritirare la firma è stata Nadia Aprile, già grillina, ora nel gruppo Misto. Il suo nome figurava insieme a quello dei componenti della corrente «Alternativa c'è» su un altro emendamento riguardante sempre l'articolo 6 della legge delega. Questo gesto le ha consentito di votare con la maggioranza e, di fatto, di salvare il governo.
Forza Italia e Lega, come già la scorsa settimana, avevano votato contro il testo presentato dal governo. E ieri all'ultimo momento azzurri e leghisti hanno annunciato il voto a favore del secondo emendamento soppressivo. Una decisione sofferta ma meditata.
L'emendamento alla delega fiscale proposto da «Alternativa c'è», che ha raccolto l'adesione del centrodestra, mirava a sopprimere il comma 2 dell'articolo 6, dove sono concentrate alcune delle previsioni più contestate dai partiti che si oppongono alla modifica del catasto voluta dal governo. In sostanza, se dovesse passare questo emendamento, verrebbe meno la delega al governo a prevedere con decreti legislativi «l'integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale, da rendere disponibile a decorrere dal primo gennaio 2026, secondo una serie di principi e criteri direttivi».
La preoccupazione da parte del centrodestra di governo sulle mani libere dell'esecutivo per nuove tasse sulla casa ha reso necessario questo passaggio. Forza Italia, racconta il capogruppo in Commissione Antonio Martino, ha provato fino all'ultimo una mediazione, avanzando la proposta di iniziare l'esame del testo dall'articolo uno (e non dal 6) in modo da avere più tempo nei prossimi giorni per trovare un accordo.
Per una mediazione fallita, si registra anche una mediazione riuscita. È successo nella Commissione lavori pubblici del Senato che ieri ha terminato l'esame del testo della legge delega sui lavori pubblici, che contiene la riforma degli appalti. È stato votato il mandato al relatore per l'Aula e licenziato il testo.
Dopo un lungo braccio di ferro tra maggioranza e governo e la mediazione che si è conclusa con l'intesa raggiunta su cinque modifiche al testo, chieste dalla maggioranza e riformulate dall'esecutivo, la commissione ha terminato l'esame e votato il mandato ai relatori, Simona Pergreffi (Lega) e Andrea Cioffi (Movimento Cinquestelle).
La Commissione ha di fatto approvato le cinque modifiche richieste dai partiti al ddl delega sui contratti pubblici.
Le modifiche riguardano, tra l'altro, l'aggiornamento dei prezzi, la valorizzazione delle microimprese, le offerte anomale. Con particolare riguardo alla semplificazione delle procedure non solo nelle fasi di affidamento ed esecuzione ma, come già indicato nel Pnrr, in quelle di pianificazione, programmazione e progettazione.
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