«Lancio un accorato appello agli italiani: andate a votare». Silvio Berlusconi ricorre anche ai social per chiedere agli elettori di mobilitarsi in vista della consultazione di domenica prossima. Un appuntamento che riveste una importanza particolare per chi, fin dall'ingresso in politica, ha cercato di scardinare un sistema e avvicinare il modello italiano a quello europeo.
«Il 12 giugno si terranno dei referendum fondamentali in materia di giustizia, che potrebbero contribuire a fare dell'Italia un Paese più garantista e quindi più libero. Di questi referendum si parla poco o nulla: evidentemente qualcuno non vuole che gli italiani si pronuncino su un tema che da trent'anni almeno dilania il Paese» afferma su Instagram il presidente di Forza Italia, nel riproporre il video di un suo intervento in materia. «Un tema che riguarda i rapporti fra Stato e cittadino, la terzietà del giudice, la neutralità politica della magistratura. Rivolgo un appello accorato a tutti gli italiani perché vadano a votare e diano il loro voto su un argomento che, prima o poi, potrebbe riguardarli tutti personalmente».
L'avvicinamento ai referendum coincide naturalmente con quello alle elezioni amministrative, un voto che riguarderà i sindaci di 982 Comuni, 26 capoluoghi e rappresenterà un mega-test con cui tastare il polso degli italiani e avere una indicazione sullo stato di salute dei partiti. Un avvicinamento che all'interno del centrodestra più che all'insegna dell'armonia è stato caratterizzato soprattutto da toni muscolari e dalla competizione interna, soprattutto all'interno del perimetro sovranista. Ieri ad esempio Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono tornati a rimproverarmi a distanza alcuni mancati accordi che hanno impedito alla coalizione di presentarsi unita in tutti i capoluoghi.
«Sto lavorando per una coalizione di centrodestra più coesa di quanto non lo sia oggi alle elezioni amministrative in qualche realtà dove purtroppo il centrodestra è diviso» dice il leader della Lega parlando alla stampa estera a Roma. «È un errore dividersi, perché laddove il centrodestra si divide si avvantaggia la sinistra. Non do colpe, faccio l'esempio di Parma, dove un centrodestra compatto probabilmente avrebbe vinto anche al primo turno ma la scelta di Fdi di correre da sola, anche contro il centrodestra, probabilmente ci impedirà di vincere al primo turno».
La replica della presidente di Fratelli d'Italia non si fa attendere. «A Parma andiamo da soli ma la Lega a Messina va con il candidato di De Luca... Ci sono casi che non siamo riusciti a risolvere, ma che si scarichi sempre la colpa su Fdi non lo accetto perché abbiamo lavorato più di tutti per l'unità della coalizione» dice a Porta a porta. Sulle amministrative «Salvini ha una visione, una lettura, un po' miope? No, diciamo un po' strabica...».
Giorgia Meloni non è d'accordo con chi dice che il suo partito cresce perché sta all'opposizione, come sostiene Salvini. «Secondo me non paga l'opposizione ma il fatto che Fdi è un partito che se dice una cosa te la fa. Siamo affidabili e questo ci sta premiando».
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