Questa volta, senza una gravidanza in corso, la scippatrice dei record che in diversi anni di onorata carriera è riuscita ad accumulare condanne per 30 anni di reclusione, è stata arrestata. E, salvo sorprese dell'ultimo momento, potrebbe doversi trattenere in cella per un bel po'. Non come è stato finora, salvata da una sfilza di gravidanze strumentali, almeno una ogni due anni, che ogni volta costringevano le forze dell'ordine a rilasciarla.
Negli ultimi 20 la donna avrebbe messo a segno 149 furti tra Milano, Roma e Brescia, ma il fatto di aspettare sempre un figlio e di averne altri da accudire nel campo nomadi le ha sempre consentito di farla franca. A maggio scorso ha partorito il decimo figlio e non è escluso che il fatto di avere un piccolo di neanche tre mesi da accudire la aiuti di nuovo a farla franca. Il suo legale, infatti, ha già presentato una richiesta di differimento della pena.
Le ultime gesta le ha compiute coi suoi complici nella metropolitana della capitale. Ed è a Roma che è stata finalmente arrestata. Anna Zahirovic, 31 anni, di origini croate, appartenente ad una nota famiglia rom, è stata individuata dai carabinieri nel campo di Castel Romano dove è domiciliata e accompagnata nel carcere femminile di Rebibbia in esecuzione di un provvedimento di pene concorrenti emesso dalla Procura di Roma, Ufficio Esecuzioni Penali.
La sua carriera criminale era cominciata quando aveva solo 11 anni. Negli anni delle sue imprese criminali tra le principali città e stazioni italiane si è parlato periodicamente nelle cronache locali. Prendeva sempre di mira i turisti in visita ai monumenti o i passeggeri dei mezzi pubblici. Nel 2014 operava soprattutto a Milano, nella zona della stazione centrale, dove ha messo a segno un gran numero di furti aggravati, spesso in compagnia di altre nomadi. Ma pur avendo collezionato numerose denunce, non è mai finita in carcere perché aveva sempre il pancione. Condizione che di volta in volta ritardava sempre la detenzione.
Nel 2021 è stata fermata a Milano mentre svaligiava un appartamento incinta di sette mesi. Con lei c'era una delle figlie: dichiarò che la ragazzina aveva 9 anni, anche se venne poi accertato che in realtà ne aveva 13. Età che la rendeva comunque non imputabile. Dal 2015 al 2023 la nomade ha colpito soprattutto a Roma, in particolare alla stazione Termini, luogo di scippi e borseggi dove ha fatto da padrona, collezionando colpi su colpi. Qualche volta è stata anche denunciata per resistenza a pubblico ufficiale. Ma si è salvata sempre per lo stesso motivo, nonostante il suo «curriculum» contasse 18 condanne anche per furti in abitazione, tra Livorno, Genova e Milano. Nel 2021 il Tribunale di Genova ha calcolato un cumulo pene totale di 57 anni di carcere, poi «scontato», qualche mese più tardi il Tribunale di sorveglianza di Milano ha rideterminato la condanna in poco meno di 30 anni, il massimo applicabile.
Anche in quel caso non era stato possibile procedere con l'ordine di carcerazione perché la nomade era in attesa dell'ottavo figlio. Se l'era cavata con l'obbligo di firma.Da vedere se adesso la legge che tutela le mamme le consentirà di ottenere una nuova scarcerazione, nonostante i quasi 30 anni da scontare.
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