Cellulari vietati in classe. "Rispetto per i docenti". Sanzioni non obbligatorie

Valditara: "I telefoni ostacolano i talenti dei ragazzi, ammessi solo a scopo didattico"

Cellulari vietati in classe. "Rispetto per i docenti". Sanzioni non obbligatorie

Molte scuole avevano già cominciato a farlo, ma ora è ufficiale: stop all'uso dei cellulari in classe. È una circolare firmata dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a stabilirlo. Addio agli «aiutini» durante le verifiche e basta distrazioni durante le lezioni. I telefonini o analoghi dispositivi elettronici dovranno restare spenti o raccolti fuori dall'aula, saranno i singoli istituti a decidere come fare rispettare il divieto. Ma non ci saranno sanzioni disciplinari, anche in questo caso saranno le scuole nella loro autonomia con il loro regolamento interno a stabilire cosa fare in caso di violazioni. La circolare, che è già entrata in vigore, lascia comunque un piccolo spiraglio. Resta infatti la possibilità di utilizzare i dispositivi su richiesta dei docenti per finalità didattiche, inclusive e formative. Il documento conferma, di fatto, l'impianto della norma di riferimento sul tema, cioè la direttiva del 2007 dell'allora ministro dell'Istruzione Fioroni che per prima ha affrontato l'argomento.

«L'interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare - spiega il ministro - distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L'interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l'apprendimento e l'impegno. Una recente indagine della VII commissione del Senato ha anche evidenziato gli effetti dannosi che l'uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi. La scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini». Finora a poco sono valsi i divieti interni, i richiami o le note messe dai professori a chi tirava fuori dallo zaino i telefoni durante le lezioni. Gli abusi ci sono sempre stati e spesso i docenti, soprattutto alle superiori, in assenza di un'indicazione ministeriale, avevano le armi spuntate. Ora per i dirigenti scolastici sarà più facile far rispettare le norme in vigore, visto che già da tempo tanti istituti si sono organizzati in autonomia per limitare l'uso dei cellulari in classe. Secondo un recente sondaggio di Skuola.net, condotto su un campione di 3mila alunni delle scuole superiori, già oggi oltre 6 studenti su 10 devono fare i conti con regole interne, che possono essere divieti scritti o semplici suggerimenti, legate al loro utilizzo. Resta il tema dell'effettivo rispetto di questi divieti. Perché nella maggior parte dei casi gli studenti sembrano ignorare i protocolli anti-smartphone e le sanzioni poche incisive previste per chi non rispetta le prescrizioni non aiutano.

Per i presidi la circolare del ministro Valditara è un'occasione per insegnare l'educazione civica e la cittadinanza digitale ai ragazzi. «Noi non possiamo far finta che i cellulari non esistano, dobbiamo però insegnare ai nostri ragazzi a utilizzarli correttamente», ha detto il presidente dell'associazione nazionale presidi Antonello Giannelli a SkyTg24. Giannelli ha spiegato che la questione delle sanzioni verrà rimessa all'autonomia di ogni scuola, ma sarebbe auspicabile «chiedere ai ragazzi di spegnere i telefoni facendo leva sul loro senso di responsabilità».

Giannelli è contrario al cellulare come strumento di svago e distrazione ed è favorevole ad una regolamentazione, con un occhio anche all'utilizzo che ne fanno i docenti: «Se lo usano in classe per scopi personali, sarà difficile dire agli studenti di non poterlo fare».

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