Fa un po' strano disquisire di cenone di Natale quest'anno, ma intanto eccoci ordinati a far la fila fuori dalla gastronomia, a ordinare la bollicina giusta, a scegliere tra i 5mila diversi panettoni disponibili, praticamente uno per ogni chef e pasticciere d'Italia. Come se non fosse un Natale dimezzato e, in fondo, un cenone delle beffe. Dato che la situazione sanitaria ce lo impone, tanto vale allora crearci un Natale gastronomico diverso, da realtà parallela che guarda un po' al passato, un po' al futuro, un po' al Pianeta e un po' alla salute. Ecco le parole d'ordine del Natale 2020
Spreco, no grazie Sarebbe una follia: per il Pianeta e per il nostro portafoglio che già piange e nel 2021 probabilmente singhiozzerà. Eppure il cenone del 25 è l'apoteosi dello spreco: lo scorso Natale sono finite nella spazzatura 500mila tonnellate di cibo che sono costate 80 euro a famiglia. A parole certo siamo tutti virtuosi: secondo l'Ibm Food Sustainability Study 2020 tre italiani su quattro esprimono preoccupazione per lo spreco alimentare. Ma poi non vogliamo aggiungere un altro antipasto, e 27 ravioli a testa basteranno? Intanto, alcune dritte: limitare le quantità, evitare cibi esotici, controllare le scadenze. E, dopo, surgelare e recuperare gli avanzi, trasformando la pasta avanzata in pasticci, l'arrosto in polpettoni, hamburger e polpette, il pollo in sandwich, il pesce in ravioli e zuppe. E rinveniamo pandoro e panettone con glasse o una tradizionalissima meneghina.
Delivery per pochi (ma buoni) Praticamente un gesto di beneficenza, visto il 2020 vissuto dai ristoranti. Intanto evitiamo di spignattare in cucina e di pensare al menu e alla spesa. E quest'anno con il numero di commensali ridotto diventa anche operazione sostenibile. Impossibile imaginare un delivery stellato per l'usuale infornata di parenti fino alla terzo grado, e mettere d'accordo la cugina vegana col nipote intollerante, la zia inappetente coi generi mai contenti
Mise en place greeeeen Ineludibile. E che sia di tendenza. Secondo la restaurant manager Chantal Wittmann la tavola di Natale 2020 deve essere sostenibile e usare materiali durevoli ed ecologici come il bambu, il legno, la pietra naturale e le piante; giocare sui contrasti (ruvido-liscio, colori diversi); ciotole, insalatiere e piatti saranno in bambù mentre per le stoviglie è intramontabile la porcellana ma l'ultimo grido è il Raku, ceramica utilizzata nelle tradizionali cerimonie del te giapponesi.
Bollicine pop In tempi di Brexit la scelta più ovvia è il Prosecco nazionalpopolare: se no chi se lo berrà? Sta lavorando a innalzare la qualità, e c'è anche la novità Rosé. Se volete fare gli snob a tutti i costi la scelta di metodi classici, anche volendo restare in Italia, è sempre più ampia. Cin.
E poi, sul divano... Ci hanno salvato nei vari lockdown e le serie tv dedicate al cibo sono tantissime. Sapendo che l'ideale sbocco del cenone è il divano non se ne potrà fare a meno. Da Cooked a Sale, Grassi, Acidi, Calore alle nuove serie di 4 Ristoranti e MasterChef, questo Natale si viaggia anche così.
Infortuni (l'immancabile studio natalizio) Il solitamente autorevole Bmj pubblica un studio sul «fattore Natale» che ci avvisa come la festa del 25 sia un catalizzatore di infortuni, dai tagli con i biglietti di auguri all'allergia agli alberi. Il troppo cibo porta colesterolo a mille e aumento di peso e l'intossicazione è dietro l'angolo.
Bere in eccesso può provocare fibrillazione atriale, tanto che il 22 per cento dei casi di «sindrome del cuore in vacanza» ha luogo tra Natale e Capodanno. Conclusione: il Natale non è senza rischi, ma può dare sollievo psicologico. Il che di questi tempi dunque non ci resta che augurarvi Buon Natale.
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