Centrodestra unico argine a eutanasia e adozioni gay

In ballo ci sono i valori e la famiglia. Quel documento del Papa che mette fuori gioco M5s e sinistra estrema

Centrodestra unico argine  a eutanasia e adozioni gay

Come sempre alla viglia del voto, sono corteggiatissimi. I cattolici e le urne, sia pure in tempi di disincanto e diaspora di un elettorato un tempo schierato come una testuggine. Matteo Renzi prova a sedurli chiamandoli a sé, Matteo Salvini giura platealmente sui vangeli, suscitando l'irritazione di Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni corre a Budapest alla ricerca delle mitiche radici cristiane dell'Europa. Ciascuno gioca con le suggestioni dettate dalla propria appartenenza e dalle fronde del proprio albero genealogico.

E però i conti non tornano. C'è qualcosa che stona se la classe politica nazionale ha ignorato il magistero del Papa. Non le encicliche o i documenti con tanto di note della dottrina sociale della Chiesa. No, il Primo ottobre scorso, davanti alla «piazza» di Cesena, come Francesco l'ha ribattezzata, il Papa ha dettato i criteri dell'agire politico. Un documento alto, come si dice in questi casi, ma per niente nebuloso, una bussola fra le nebbie di oggi, e però fuori dai radar di molti leader. Peccato. Perché Francesco pianta tanti spilli sorprendenti nelle nostre coscienze. Ecco l'attacco all'impostazione moralistica e neogiacobina della convivenza civile: a qualcuno, dalle parti dei Cinque stelle che hanno trasformato l'onestà e la purezza in dogmi, saranno fischiate le orecchie. Per carità: Francesco ne ha per tutti. E ricorda anzitutto che «l'armonizzazione dei desideri propri con quelli della comunità fa il bene comune». Il «bene comune - aggiunge il Papa - s'impasta», anche se molti devono aver perso la mano fra proclami apocalittici e risse da osteria. Ancora, senza attardarsi nell'elencazione di alcuni temi sensibili e infiammati, Francesco spiega che la buona politica «promuove il bene della famiglia» e bilancia diritti e doveri.

Ciascuno leggerà come meglio crede questo brano, purtroppo sparito dai grandi media, ma certo dev'essere avviata una riflessione sui passi appena compiuti. La legge sulle unioni civili non solo ha sdoganato i legami fra partner dello stesso sesso ma, passaggio assai più ardito, ha di fatto equiparato surrettiziamente le unioni ai matrimoni tradizionali.

Bisogna essere onesti: la famiglia è in grande difficoltà, i figli stanno diventando merce rara, la caccia al quoziente familiare, per parlare di una misura fiscale rivoluzionaria, rischia di diventare più lunga di quella infinita al Sacro Graal. La destra, strozzata dai parametri europei e dai ricatti passati dei troppi leaderini, ha combinato poco ma almeno ha messo nel mirino, da anni, questi temi.

Ci si chiede dunque, seguendo le provocazioni di Francesco, cosa potrebbe accadere nella prossima legislatura: le adozioni per i gay, introdotte dalla stepchild adoption, sono dietro l'angolo, e un equilibrio complesso, per esempio fra i diritti dei figli rispetto ai genitori adottivi, rischia di essere alterato se non compromesso. Questo dopo il varo di una norma, quella sul biotestamento, che ha affrontato un nodo irrisolto ma ancora una volta l'ha sbrogliato calcando la mano, vedi sulla questione delicatissima dell'obiezione di coscienza, e suscitando le proteste se non l'ira della Chiesa.

In ogni caso il manifesto di Cesena non può essere inscatolato dentro una logica strumentale e non può essere interpretato come un endorsement per questo o quello.

Il papa illumina angoli scomodi, dalla rettitudine morale dei protagonisti della vita pubblica al tarlo della corruzione fino alla piaga della povertà. E ammonisce indecisi e scettici: non si può stare sul balcone a criticare. Meglio votare per poi pentirsi che rifugiarsi nell'astensione.

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