"Dentro c'erano degli scenari...". Il pm rivela il "piano segreto" anti Covid

La procura di Bergamo indaga. Il pm Chiappani rompe il silenzio: "Eravamo impreparati". Ipotesi indagini da trasferire a Roma

"Dentro c'erano degli scenari...". Il pm rivela il "piano segreto" anti Covid

Le indagini sono in corso. Per ora si conosce solo il contorno di questa inchiesta incardinata alla procura di Bergamo. Si sa che nei mesi scorsi sono stati ascoltati il governatore lombardo Attilio Fontana, il suo assessore Giulio Gallera, il premier Giuseppe Conte e altri ministri di peso del governo. Si sa che di fronte ai pm sono andati anche Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Oms e membro del Cts, e Stefano Merler, autore di uno dei primi studi sul possibile impatto del coronavirus in Italia quando ancora tutto sembrava solo un lontano problema "cinese". E' ormai chiaro che preme per andarci pure Francesco Zambon, coordinatore del gruppo di studiosi dell'Oms che ha redatto il report critico sulla gestione italiana del contagio e che un paio di cosette le avrebbe da dire. Nessuno di loro, ovviamente, per ora ha fatto emergere molto di quanto detto di fronte ai magistrati: l'inchiesta resta segreta, come giusto che sia. A sopresa, invece, in modo un po' irrituale a parlare dei lavori in corso è il procuratore che si sta occupando di questa delicata indagine: Antonio Chiappani. E le sue rivelazioni sono importanti.

Le indagini, Ranieri Gierra e il piano influenzale

Al centro dell'attenzione in questi giorni è la grana "piano pandemico". O forse bisognerebbe dire "piani pandemici": uno, quello "che riguarda l'influenza"; e l'altro, quello ormai definito "piano segreto" anti-Covid. Per quanto riguarda il primo, il procuratore conferma quanto scritto in questi giorni e già rivelato nel Libro nero del coronavirus (clicca qui). L'Italia aveva sì un piano "datato 2017 che riguarda l'influenza", peccato fosse la copia della versione precedente, del 2006, come confermato nel rapporto dell'Oms (secondo cui il documento sarebbe stato solo "riconfermato" a fine 2016). "Effettivamente molte parti sono identiche - dice Chiappani - Ci sono delle irregolarità, stiamo ancora verificando". I pm stanno controllando se il mancato aggiornamento possa configurarsi come un’omissione in atti di ufficio. Di chi è la colpa? Chi ne deve rispondere? Certo non esponenti lombardi: l'aggiornamento spetta al ministero della Salute. Se vi fossero irregolarità, dunque, la procura di Bergamo dovrebbe alzare bandiera bianca e inviare tutte le carte ai colleghi di Roma, competenti territorialmente a indagare su viale Lungotevere Ripa 1. "Stabiliremo chi doveva predisporlo e perché non è stato fatto -spiega Chiappani - Se riterremo che le indagini vadano svolte a Roma saranno quei magistrati a decidere come procedere". Certo è che se le accuse dovessero ricadere su Guerra, all'epoca direttore della Prevenzione al ministero, un problema per i giudici potrebbe esserci: "Il professor Ranieri Guerra, proprio perché membro dell’Oms, gode dell’immunità diplomatica". Dunque potrebbe non essere perseguibile.

Cosa era il "piano segreto"?

Arriviamo ora al capitolo "piano segreto", di cui ha parlato diffusamente ilGiornale.it (leggi qui). Per Chiappani il "piano pandemico" del 2017, aggiornato o meno, in quanto dedicato alle epidemie influenzali "non contemplava quanto accaduto con il Covid-19". Chiaro. "Solo in seguito, dopo la comunicazione dei casi in Cina, l’Istituto superiore di sanità ha presentato un piano strategico che ha però deciso di secretare". Nell'attesa che il governo risponda alla decina di interrogazioni presentate da FdI, chiarisca perché quel documento non venne fornito neppure alle Regioni e magari lo renda pure pubblico, Chiappani sostiene che non fosse un vero e proprio "piano di intervento" ma "rappresentava possibili scenari". Cosa significa? Il pm sta dando ragione al ministro Speranza&Co., che da tempo derubricano quel documento a semplice "studio"? Perché a onor del vero nel verbale della riunione del cts del 12 febbraio, il Comitato decise di dare “mandato ad un gruppo di lavoro interno al Cts di produrre, entro una settimana, una prima ipotesi di piano operativo di preparazione e risposta a diversi scenari di possibile sviluppo di un’epidemia da 2019-nCov". Le parole sono importanti. Certo si parlava di "deversi scenari" su un "possibile sviluppo" del morbo, ma è anche vero che ad essere richiesto era di un “Piano operativo”, dunque con azioni e misure da mettere in atto, e non una banale analisi. A leggere una delle versioni del documento trapelate ai media, infatti, quel dossier si accosta più a un "piano" che a un lavoro accademico: lo scopo infatti era quello di "garantire un’adeguata gestione dell’infezione in ambito territoriale e ospedaliero senza compromettere la continuità assistenziale, razionalizzando l’accesso alle cure, per garantire l’uso ottimale delle risorse". Tant'è che, come rivelato dal Giornale.it, su quel plico il livello di segretezza imposto ai membri del Cts era "doppio" e "rinforzato".

Vedremo come procederanno le indagini. Quel che appare chiaro anche a Chiappani è che "eravamo impreparati". "Finora abbiamo rilevato purtroppo che c’è stata tanta improvvisazione", sentenzia. Questo significa che ci sono i presupposti per formalizzare accuse di rilievo penale? La mancata esistenza di un piano di intervento specifico per il Covid potrebbe "assolvere" dirigenti, manager e soprattutto decisori politici? "I piani per combattere una normale influenza già prevedono la sanificazione dei reparti, l’evacuazione di alcune sale, percorsi differenziati per i malati - è il ragionamento del pm - Noi stiamo verificando se queste misure siano state prese, dobbiamo scoprire come sia stato possibile che in questa zona ci sia stato il numero più alto di contagiati, malati, vittime". A lavorare sul dossier è Andrea Crisanti, padre del Metodo Vo' e microbiologo ormai di fama.

Il suo scopo è quello di capire se effettivamente le decisioni prese (o non prese) in Lombardia e in tutta Italia abbiano "inciso in maniera determinante sulla diffusione del virus", così da "accertare eventuali responsabilità rispetto ai reati di epidemia colposa, omicidio colposo e falso". Nel mirino c'è ovviamente la chisura e riapertura immediata dell'ospedale di Alzano Lombardo. Ma anche la mancata zona rossa in Val Seriana. Non resta che attendere gli sviluppi.

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