Tiene banco in queste ore anche all'europarlamento la questione relativa al Sahara Occidentale. Nelle scorse ore ad intervenire è stato Antonio Tajani, che a Strasburgo è presidente della commissione affari costituzionali: “Accolgo con favore – si legge in una nota del vice presidente di Forza Italia – l'impegno del Marocco per il cessate il fuoco e la libertà di movimento attraverso il passaggio di El Guerguarat”.
Nei giorni scorsi il governo di Rabat aveva deciso di iniziare un'operazione militare proprio nella località di El Guerguarat, zona cuscinetto contesa con il Fronte del Polisario, l'organizzazione che reclama la sovranità sulla regione. Per quest'ultima si è trattato di una violazione del cessate il fuoco, mentre per Rabat di un'operazione volta a scongiurare tentativi di riorganizzazione delle frange nemiche più estremiste.
Lo ha ribadito lo stesso Re Mohammed VI in una conversazione con il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Il sovrano ha specificato di volersi attenere al cessate il fuoco in vigore nella zona dal 1991, ma di intervenire per salvaguardare la sicurezza del Marocco.
Le operazioni iniziate a metà novembre sono però per adesso sospese. Da qui le dichiarazioni dello stesso Tajani, il quale adesso auspica la prosecuzione del dialogo tra le parti per giungere a una duratura soluzione: “Questa decisione stabilizza la regione del Sahara in linea con la posizione delle Nazioni Unite”, si legge in una nota dell'esponente forzista nonché vice presidente del Partito Popolare Europeo.
Una posizione che rispecchia quella di molti esponenti del parlamento di Strasburgo, da cui sono arrivati appelli a favore di una maggiore attività diplomatica volta a dirimere una delle controversie internazionali più lunghe e delicate.
La questione del Sahara occidentale è infatti sorta all'indomani della decolonizzazione spagnola della regione arrivata nel 1974. Il Marocco ha rivendicato la sua sovranità, mentre il Polisario ha dichiarato la nascita della Repubblica Democratica del Sahrawi, non riconosciuta però da buona parte dei Paesi occidentali. È sorto un conflitto terminato soltanto con il cessate il fuoco del 1991.
Il piano delle Nazioni Unite prevedeva un referendum per l'indipendenza della regione, il Marocco considera però questo territorio come propria provincia. Più del 70% del Sahara occidentale è amministrato attualmente da Rabat.
Nel 2007 il governo marocchino ha proposto un piano che prevederebbe ampia autonomia del Sahara occidentale, ma sempre all'interno della sovranità marocchina.Il consiglio di sicurezza dell'Onu il 30 ottobre ha espresso parare positivo sul piano. Una posizione non dissimile da quella di diversi europarlamentari.
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