Draghi ha generato grande fiducia consentendo al nostro debito pubblico d'essere emesso a un tasso di interesse quasi zero, con beneficio per il pubblico bilancio. Ma ora si trova di fronte a un compito tributario molto arduo. Infatti nel 2020 le entrate sono scese del 6%, a causa del minor gettito delle imposte dirette, dell'Iva e delle varie imposte sui consumi (come benzina, gasolio, tabacchi o elettricità).
I lockdown hanno ridotto i consumi. Chi ha perso il lavoro li ha minimizzati e molti, spaventati dalla situazione hanno accresciuto i risparmi. I gettiti di Irpef, Irap e dei contributi sociali sono calati soprattutto perché gli occupati sono diminuiti. Per la tassazione delle società con l'Ires, l'emergenza Covid ha generato un complicato calendario fiscale, con dilazioni che hanno inciso sul gettito, che si è anche ridotto perché molte società invece che utili hanno avuto perdite. Nel 2021, insieme all'eredità delle perdite di entrate dovute al calo dell'occupazione del 2020, ce ne è una nuova per Irpef, Irap e contributi sociali, che deriverà dalla diminuita occupazione, anche per lo sblocco graduale dei licenziamenti. l'Ires sulle società e l'Irpef per gli autonomi deluderanno se continuano a languire le attività terziarie e non risaliranno gli investimenti. In questa situazione, l'amministrazione tributaria, i commercialisti, i contribuenti non sono in grado di reggere modifiche immediate dei tributi.
Una commissione di esperti che le studi organicamente è una saggia scelta. Draghi ha perfettamente ragione quando sostiene che non si può fare una riforma seria se si fa un ritocco di una singola imposta. Il nostro sistema tributario è caotico e la Costituzione non fa riferimento alla capacità contributiva e alla progressività per i singoli tributi, ma per il sistema tributario, ai tre livelli, nazionale, regionale e locale. Nel mio schema, la flat tax non è progressiva verso il basso, ma prevede una no tax area e un rimborso di costi per le spese sanitarie per chi ha reddito nullo.
C'è inoltre un contributo sanitario regionale progressivo, che dà luogo a una aliquota massima totale del 28-30%. I tributi basati del sistema previdenziale, vanno basati sul principio del beneficio, con il criterio contributivo. E occorre orientare il sistema alla produttività.
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