Chat di Fdi, altolà del Garante al Fatto

L'authority per la privacy avverte il quotidiano: "Possibile violazione delle norme"

Chat di Fdi, altolà del Garante al Fatto
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Interviene il Garante per la privacy dopo la pubblicazione del libro «Fratelli di chat», contenente virgolettati di conversazioni private di esponenti di Fratelli d'Italia. Ieri l'Authority ha fatto sapere di aver avviato un'istruttoria sul caso e inviato un «avvertimento formale» alla Società Editoriale «Il Fatto Spa», editrice del quotidiano diretto da Marco Travaglio (nella foto), in quanto «l'ulteriore trattamento dei dati personali contenuti nelle chat pubblicate nel volume può violare la normativa in materia di privacy, le regole deontologiche della professione giornalistica», ma anche «i principi generali di liceità, correttezza, minimizzazione ed essenzialità dell'informazione». Il testo aveva provocato fibrillazioni all'interno della maggioranza soprattutto per le frasi su Matteo Salvini scritte da alcuni esponenti di FdI. Tra cui quella che ha fatto più rumore, con il vicepremier che veniva definito «ministro bimbominkia». Si tratta di conversazioni private avvenute tra il 2018 e il 2024 su tre diverse chat di WhatsApp, a cui partecipavano alcuni dirigenti di Fratelli d'Italia, tra cui parlamentari e ministri del partito della premier. L'Autorità contesta la natura di quei messaggi, «che secondo la giurisprudenza costituzionale e di legittimità, sono equiparabili a tutti gli effetti alla corrispondenza privata, tutelata dagli articoli 15 e, in alcuni casi, 68 della Costituzione». Per questo avrebbero una «naturale aspettativa di riservatezza». Non solo, «la pubblicazione eccessiva di virgolettati potrebbe non risultare conforme al principio di essenzialità dell'informazione. Ciò anche in considerazione delle implicazioni che la diffusione delle chat potrebbe avere rispetto alla dignità dei terzi e dei minorenni, citati all'interno delle stesse». Per questo si riserva «l'adozione di ogni provvedimento ritenuto opportuno, all'esito dell'istruttoria in corso, avviata a seguito delle doglianze pervenute». Doglianze provenienti, stando a diversi retroscena, dagli stessi esponenti di FdI coinvolti. In concomitanza con l'uscita del libro era infatti trapelata l'intenzione di rivolgersi proprio al Garante.

Il libro ha provocato tensioni tra alleati, che il vicepremier Salvini ha voluto stemperare, perché «se qualcuno spera di mettere in difficoltà la maggioranza pubblicando vecchie chat riservate, sbaglia». Quanto ai commenti poco lusinghieri su di lui e sul suo partito, «anche se non sono eccessivamente permaloso non fa piacere leggere certe cose però si tratta di battute scritte in un'altra era politica che, sono certo, non rispecchiano il pensiero attuale degli alleati». Le chat con i commenti negativi a Salvini infatti risalgono soprattutto al periodo in cui la Lega governava con il M5s, nel Conte I. Alcuni degli altri messaggi pubblicati invece arrivano fino al 2024, quando la stessa premier dopo l'ennesima fuga di notizie ha dato una stretta all'utilizzo dei gruppi Whatsapp interni al partito. Anche lei ha definito quanto emerso una «polemica forzata e strumentale», ribadendo che la stima nei confronti di Salvini «è nei fatti» e che continuerà a lavorare con lui «con lealtà e determinazione». L'autore del libro ha chiarito che le chat sono arrivate da fonti interne a Fdi, cioè da esponenti che erano membri di quei gruppi Whatsapp.

E ieri in aula il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti, ha risposto così a Matteo Renzi che aveva citato le offese via chat contro il leader della Lega: «Mi stupisce che proprio lei si diverta a fare lo spione, dedicando attenzione che io non dedico alle chat pubblicate più o meno abusivamente, e quindi vivo molto meglio».

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